Ci segnalano i nostri contatti il seguente testo, targato Notixweb
ROMA: Zona Aurelio, proprio sulla via Aurelia al centro commerciale, una giovane mamma con il proprio bimbo va a fare compere. All’uscita solita storia, pieno zeppo di zingari che vogliono elemosinare qualcosa, o magari rubare la spesa o qualche portfolio. Ma oggi abbiamo passato il limite in questa situazione di degrado.
I FATTI
La giovane donna A. M. di 29 anni all’uscita dal centro commerciale, va verso la sua vettura, con il bimbo sul carrello. Deposita quanto acquistato nella sua vettura e quindi procede verso l’apposito spazio per depositare il carrello e quindi recuperare la moneta utilizzata per estrarlo. Prende il bimbo in braccio, deposita il carrello e uno ZINGARO si avvicina chiedendo la moneta. La donna lo ignora, fa finta di niente. A questo punto l’uomo comincia a urlare frasi offensive “brutta putt…. ” “Bastar…. ” e altre ingiurie. la donna non distoglie l’attenzione dal proprio figlio e prosegue in direzione della sua vettura. L’uomo, definirlo uomo ci pesa davvero tanto, si avvicina e comincia a strattonarla, la donna non reagisce, il ROM: ” Dammi soldi o ti mazzo!” e a quel punto butta la donna a terra, la colpisce con un calcio e sferra dei colpi anche al bambino.
Fortunatamente dei clienti del supermercato che hanno visto la scena intervengono e lo zingaro si da alla fuga. Immediato l’intervento del 118 e la denuncia alle autorità.
Ora si spera di risalire all’identità de ROM mediante i filmati delle telecamere di videosorveglianza poste all’interno dell’area parcheggio. La prognosi è di 15 giorni sia per mamma che per il figlio.
fonte qui
Non solo la “notizia” è in realtà una bufala, ma, in quanto tale, è antropologicamente interessante per due ragioni fondamentali.
La prima ragione è la modalità con la quale la bufala è stata costruita, autentica apripista di un intero filone di notizie beffa/memes ascesi/bufale come ad esempio la recente bufala dello Sceicco pedofilo. Come abbiamo riportato in quell’articolo il trito canovaccio, sempre espresso nel medesimo linguaggio semplice e colloquiale (e per questo confidenziale e teso a suscitare simpatia nel lettore) negli anni si è ripetuto sempre uguale, sintetizzabile nella formula “di successo”:
X è un soggetto inventato, ma parte di un gruppo etnico particolarmente inviso al lettore medio (arabo, africano, est-europeo, gitano, sinti…). X, con protervia e nel presunto silenzio delle autorità compie un atto crudele o irrispettoso nei confronti di Y, un soggetto debole italiano o caro al lettore italiano (un animaletto indifeso, una ragazzina o un bambino, un giovane…). A seconda dei casi, il soggetto debole patisce in silenzio oppure accorrono sulla scena Z, uomo italiano in grado di incarnare un’ideale di vendetta e vigore virile, oppure, in mancanza, la folla stessa in grado di atterrire X e spingerlo alla fuga salvando l’innocente Y da un destino ormai segnato. Per maggior indignazione, talvolta è possibile aggiungere a tale trito canovaccio l’intervento dell’autorità che, inizialmente acquiescente dinanzi all’insolenza di X, sanziona Z o la folla per la “giustizia privata”
La seconda ragione è che siamo di fronte a quella che ormai amo definire bufala herpes: un contenuto virale che si diffonde dopo mesi (talora anche anni) dalla prima sbufalata confidando nel fenomeno tristemente naturale sulla Rete per cui una sbufalata (vuoi perché sovente il condivisore “colto in fallo” cancella il topic di discussione contenente la bufala e tutte le risposte, comprese le smentite, vuoi perché essendo le bufale costruite per essere accattivanti ed attirare le attenzioni del pubblico risultano più “gradite e cliccabili” della verità).
Notixweb riporta come fonte della sua notizia… se stesso, con link diretto alla homepage del portale, ma noi sappiamo in realtà come la prima apparizione della bufala sia del 30 ottobre 2015 su Gazzetta della Sera, avendo in tale occasione già provveduto al debunking della notizia.
Naturalmente, ad ulteriore prova della natura di “bufala riciclata” dell’articolo indicatoci, possiamo brevemente richiamare dalla smentita da noi citata il fatto che il bambino ritratto nella foto, la cui immagine è stata riciclata in più bufale (secondo il principio per cui chi inventa notizie virali solitamente si approvvigiona da Google Immagini per rendere la sua ideazione più credibile) in realtà è il piccolo Logan Trim, azzannato al viso da un Labrador nel 2011 e successivamente operato (con un certo successo) per ridurre gli effetti estetici e funzionali delle ferite cagionate dall’animale.
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