BUFALA Senatore massacrato di botte da due disoccupati – bufale.net
L’universo delle bufale, abbiamo visto in questi mesi, vive di riciclo. Ogni giorno, tra le molteplici segnalazioni che ci inviate, almeno i due terzi sono materiale “datato”, vere e proprie bufale herpes.
Ma oggi la new entry del mondo delle Camere dell’Eco, il portale devinformarti, per mano dell’autorevole autrice Dolceanna si spinge oltre, creando la bufala sequel.
Esattamente come i poliziotteschi ed i film ebbri di brutale violenza a cui l’ormai onnipresente bufala del giustiziere si ispirano, la mano dietro l’immaginaria morte di Kabobo “il picconatore di Niguarda” decide di dare un sequel in stile televisivo alla bufala del Senatore Roviani.
E lo fa con un testo decisamente poco ispirato, un vero e proprio canovaccio per erotomani della violenza, leoni da tastiera eccitati in modo a dir poco sessuale dal sangue che sognano scene di “sangue e budella” che sanno benissimo di non poter mai perpetrare, ma continuano a descrivere anche nella nostra sezione commenti, ignari del disgusto che provocano ad ogni persona sana di mente
A pochi mesi dal pestaggio dell’onorevole Roviani ad opera di un pensionato, si è verificata una nuova aggressione ai danni di un parlamentare: la vittima, stavolta, è Domenico Furti, senatore cinquantenne del Partito Democratico. La minuziosa ricostruzione di quanto accaduto è stata riportata da numerosi quotidiani locali e nazionali: verso le due di questo pomeriggio, Furti, si è recato a Palazzo Madama per partecipare ad una seduta il cui argomento principale era l’istituzione di un’indennità parlamentare extra per il trasporto dei parlamentari residenti fuori dalla capitale. Dopo aver presenziato per soli dieci minuti, Furti è uscito frettolosamente dall’aula per raggiungere la moglie che si accingeva ad ultimare i preparativi per la loro vacanza alle Maldive progettata da tempo. Qualcosa, tuttavia, si è frapposto tra le spiagge incontaminate dell’isola asiatica ed il senatore: due pensionati senza fissa dimora hanno infatti riconosciuto il politico, mentre egli si stava avviando presso una delle proprie Mercedes. In quel momento, Andrea, uno dei poveri clochard, si è precipitato verso Furfanti e l’ha colpito al volto con un potente diretto. Subito dopo è stato raggiunto dall’amico Piero ed insieme hanno riempito di calci il parlamentare, nel frattempo precipitato a terra. Dopo circa dieci minuti i senzatetto sono stati arrestati dalle forze dell’ordine, ma una giornalista di “Lazio24hinfo” è riuscita ad intervistare Andrea, il quale ha confessato piuttosto amareggiato: “Non potevamo più trattenerci…forse abbiamo esagerato, ma noi due non abbiamo più neanche la casa, mentre questi ci rubano migliaia di euro al giorno. Volevamo dare l’esempio. Chissenefrega frega se ora andiamo in galera. Qualcuno doveva punire uno di questi infami.” Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti
Il canovaccio è decisamente più sfacciato e meno limato della “stagione 1” di quella che ad oggi si presenta come una vera e propria saga televisiva: il malvagio Senatore viene infatti ribattezzato “Furti” (inutile dire che i rissosi erotomani della violenza a cui è destinata questa bufala non sono in grado di leggere di leggere l’elenco dei senatori riportato sulle pagine istituzionali delle Camere) e descritto intento nell’improbabile discussione di un inerrabile privilegio, pronto a partire con sua moglie in lussuose vacanze da sogno.
Come per ogni bufala del giustiziere, arrivano anche in questo caso degli “angeli vendicatori”: due arzilli pensionati senza fissa dimora (tanto per aggiungere alla sagra della violenza il filotto del patetismo) che sfogano sul senatore immaginario una violenza descritta con compiaciuta e grafica descrizione di ogni lesione, calcio e pugno.
E come sempre accade nel canovaccio, le forze dell’ordine vengono demonizzate, mentre i brutali picchiatori “nuovi idoli del popolo” compiangono la necessità del loro gesto brutale.
Laddove l’autore del primo capitolo della saga aveva quantomeno arricchito la sua descrizione rubando ad Internet le foto di un docente universitario sfigurato a forza di pugni a seguito di una rapina, l’anonimo DolceAnna non si sforza neppure più di tanto, scaricando in calce all’articolo una foto presa da Flickr e titolata “Rissa a Dublino” dove nessun personaggio è riconoscibile.
Siamo al Giacobinismo 2.0: laddove ai tempi della Rivoluzione Francese il Giacobino infliggeva pesanti sanzioni corporali al suo nemico, i Giacobini 2.0, i rancorosi ribelli da tastiera, si limitano ad eccitarsi e fomentarsi nel chiuso delle loro camerette sognando atti di violenza efferata quanto immaginaria.
Potremmo anche chiuderla qui, ma preferiamo lanciare un monito a chiunque si imbatta in commentatori che trovano interessante divulgare questo apologo, ritenendolo reale o peggio, confidando che lo diventi, facendo notare come il rabbioso condivisore medio, ridotto ormai ad un’entità ferina e pavloviana eccitata dal sangue virtuale, non abbia neppure realmente letto l’articolo che condivide, limitandosi a osservarne le parti più grafiche e violente e lasciarle entrare nei suoi sogni di rivalsa e brutalità.
Commentatori, in somma, ubriachi di una violenza interiore che potrebbe, un giorno, detonare all’esterno.
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