BUFALA Se mai dovessi essere costretto da un rapinatore a ritirare soldi dal bancomat, metti il pin al contario – bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti il seguente appello, diffuso a mezzo Facebook e WhatsApp con poche varianti

 Se dovessi mai essere costretto da un rapinatore a ritirare soldi da
un bancomat, è possibile avvisare la polizia inserendo il PIN# in
senso inverso. Per esempio, se il tuo numero di pin è 1234, dovresti
digitare 4321. Il sistema ATM riconosce che il codice PIN è stato
invertito rispetto alla carta bancomat inserita nella postazione ATM.
La macchina ti darà il denaro richiesto, ma la polizia –
all’insaputa del ladro – sarà mandata immediatamente alla
postazione ATM.
Questa informazione è stata recentemente trasmessa su CTV da Crime
Stoppers, tuttavia è raramente usata perché la gente semplicemente
non la conosce.

Questo è il tipo di informazioni che la gente non pensa di ricevere, perciò trasmettila ai tuoi familiari ed amici.

Quest’informazione è raramente usata perchè semplicemente è una bufala. Un PIN inserito al contrario è un PIN errato.

Questa bufala circola ormai ininterrottamente da anni: in Italia la Repubblica nel 2011 dedicò un trafiletto ad un post Voltron che cuciva assieme più bufale delle quali oggi solo questa è sopravvissuta.

Il Voltron di bufale originali comprendeva asserzioni quantomeno originali come il fatto che, a dire del viralizzatore dei primi del 2000, il 112 sia un numero emergenza valido in tutto il mondo (falso, ovviamente ogni paese ha i suoi numeri di emergenza), che si possa sbloccare una macchina trasmettendo il segnale del telecomando mediante una telefonata (falso anche questo), che i Nokia abbiano un codice magico che ricarica la batteria del 50% (ovviamente: no) e, infine, questa bufala.

Le altre non avevano forza propulsiva per sopravvivere, ma questa sì.

Non è vero, ma Snopes.com racconta che l’idea del Pin composto in senso inverso come allarme silenzioso fu proposta nel 1994 e brevettata nel 1998 sotto il nome di SafetyPin. Tuttavia le banche e i produttori di sportelli automatici non l’hanno mai adottata, nonostante alcuni stati americani l’abbiano anche raccomandata a livello legislativo. L’asserita garanzia fornita da Crimestoppers è in realtà smentita sul sito di quest’organizzazione anticrimine. Per cui è del tutto inutile diffondere quest’informazione.

Come riportato nei link indicati (il link a Crimestoppers non è più attivo, ma una copia è archiviata qui) questa bufala circola ininterrottamente dal 2006, come probabile tentativo di decantare le lodi dell’invenzione di un certo J. Zingher, industriale americano convinto che il suo sistema avrebbe sventato miglia di rapine e pronto a difendere la sua idea di fronte al sistema legislativo americano, ottenendo come unico risultato alcune norme che permettevano (ma non obbligavano) l’uso di simili dispositivi di sicurezza in Illinois, Georgia e Kansas ed una pioggia di critiche che ne hanno invalidato l’applicazione.

Snopes riporta tra l’altro il parere della Commissione per il Commercio Federale, che solleva problemi come la difficoltà per un operatore possibilmente alterato dall’essere minacciato di morte di “invertire mentalmente” un PIN con fluidità senza allertare il ladro (a conoscenza di un simile sistema in quanto richiesto per legge) sull’accaduto, sul lasso di tempo tra l’allarme e la fuga del criminale (che potrebbe consentire allo stesso di “arraffare il bottino” e fuggire prima dell’arrivo delle autorità), nonchè problemi connessi come la necessità per chi ha un PIN palindromo, leggibile in entrambe le direzioni (come 2332 o 9119) di ricordare a memoria delle “regolette aggiuntive”.

Il sistema SafetyPIN è rimasto lettera morta, ma è resuscitato nel mondo delle bufale grazie al falso appello a Crimestoppers citato per fare credibilità.

Il vero appello? Ve lo traduciamo, anche se lo riconoscerete in quanto simile a molti dei nostri:

If you receive this email or one similar to it please ignore it. The advice contained in the email is false, so there is no reason to forward the email onto anyone else.

Se ricevete una mail come questa o simile, vi preghiamo di ignorarla. Il suo contenuto è un falso, non c’è ragione per diffonderla.

Quindi, non fatelo.

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