Mario ci segnala l’articolo pubblicato dal sito “Ripuliamo l’Italia“.
L’articolo è stato ripreso da pagine Facebook che hanno iniziato a citare prima Marialucia Lorefice, deputata del Movimento 5 Stelle, e Pierferdinanda Baralli, onorevole citata dall’articolo contestato.
Prendiamo in analisi alcune parti del testo:
A Pozzallo buttato via docciaschiuma e shampoo. Per la Baralli il problema è il Ph: “Non lo tollerano”. E suggerisce un sapone neutro.
[…]
Eppure per la grillina Pierferdinanda Baralli la vera emergenza è il tipo di docciaschiuma fornito agli stranieri appena sbarcati. Shampoo e balsamo non vanno bene: hanno abitudini culturali diverse e, a suo dire, lo Stato italiano è chiamato ad adeguarsi alle loro esigenze. La scorsa settimana la Baralli ha depositato un’interrogazione sul problema della gestione dei saponi nei centri di prima accoglienza. Lo spunto sono state le fotografie scattate al Centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo: cassonetti della spazzatura stracolmi di decine e decine di portate di flaconi ancora avvolte nel cellophan.
[…]
Qualcuno dentro la struttura ha fotografato lo spreco e le immagini rimbalzate sul sito locale Ragusanews e riportate dal giornale hanno creato un vespaio senza precedenti.
[…]
Non perché sanamente imbarazzata dallo spreco, bensì sulla pulizia a cui sarebbero “obbligati” gli stranieri.
Una storia simile era capitata, appunto, a Pozzallo, ma riguardava il cibo buttato nei cassonetti. Ma analizziamo le parti di testo sopra riportate:
Ecco i due testi a confronto:
A Pozzallo buttato via il cibo per gli immigrati. Per la Lorefice il problema è la pasta: “Non la digeriscono”. E suggerisce di adeguare gli orari al ramadan
C’è chi fugge dalla guerra e chi cerca semplicemente un lavoro. E, mentre in Italia dilagano disoccupazione e povertà, il fallimento dell’operazione “Mare nostrum” si trasforma in un costo abnorme per le casse pubbliche.
Le forze della Marina Militare sono impegnate giorno e notte per salvare i barconi in difficoltà, i centri di prima accoglienza sono al collasso e gli enti locali sono obbligati a ospitare migliaia di immigrati che non sanno nemmeno dove mettere. Eppure per la grillina Marialucia Lorefice la vera emergenza è il tipo di cibo fornito agli stranieri appena sbarcati. Pasta e carne non vanno bene: hanno abitudini alimentari e culturali diverse e, a suo dire, lo Stato italiano è chiamato ad adeguarsi alle loro esigenze.
La scorsa settimana la Lorefice ha depositato un’interrogazione sul problema della gestione dei pasti nei centri di prima accoglienza. Lo spunto sono state le fotografie scattate al Centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo: cassonetti della spazzatura stracolmi di decine e decine di portate di cibo ancora avvolte nel cellophan. Qualcuno dentro la struttura ha fotografato lo spreco e le immagini rimbalzate sul sito locale Ragusanews e riportate dal Giornale hanno creato un vespaio senza precedenti. Pasta, carne e frutta: tutto pagato dai contribuenti, tutto finito tra i rifiuti. Uno spreco su cui è già stata aperta un’inchiesta amministrativa interna alla struttura. E qui è scesa in campo la Lorefice. Non perché sanamente imbarazzata dallo spreco, bensì sulla dieta a cui sarebbero “obbligati” gli stranieri. “Sebbene quelli offerti rispondono alle caratteristiche dieta mediterranea, la migliore, i migranti provengo da zone in cui sono abituati a nutrirsi di cose ben diverse – si legge sulla pagina Facebook della grillina – questo significa che anche la semplice pasta diventa per loro un problema. Non riescono a digerirla”. Non solo. A suo dire il problema si porrebbe anche per la carne che i musulmani non possono mangiare.
[…]
A Pozzallo buttato via docciaschiuma e shampoo. Per la Baralli il problema è il Ph: “Non lo tollerano”. E suggerisce un sapone neutro
C’è chi fugge dalla guerra e chi cerca semplicemente un lavoro. E, mentre in Italia dilagano disoccupazione e povertà, il fallimento dell’operazione “Mare nostrum” si trasforma in un costo abnorme per le casse pubbliche.
Le forze della Marina Militare sono impegnate giorno e notte per salvare i barconi in difficoltà, i centri di prima accoglienza sono al collasso e gli enti locali sono obbligati a ospitare migliaia di immigrati che non sanno nemmeno dove mettere. Eppure per la grillina Pierferdinanda Baralli la vera emergenza è il tipo di docciaschiuma fornito agli stranieri appena sbarcati. Shampoo e balsamo non vanno bene: hanno abitudini culturali diverse e, a suo dire, lo Stato italiano è chiamato ad adeguarsi alle loro esigenze.
La scorsa settimana la Baralli ha depositato un’interrogazione sul problema della gestione dei saponi nei centri di prima accoglienza. Lo spunto sono state le fotografie scattate al Centro di primo soccorso e accoglienza di Pozzallo: cassonetti della spazzatura stracolmi di decine e decine di portate di flaconi ancora avvolte nel cellophan. Qualcuno dentro la struttura ha fotografato lo spreco e le immagini rimbalzate sul sito locale Ragusanews e riportate dal giornale hanno creato un vespaio senza precedenti. Shampoo, balsamo e docciaschiuma: tutto pagato dai contribuenti, tutto finito tra i rifiuti. Uno spreco su cui è già stata aperta un’inchiesta amministrativa interna alla struttura. E qui è scesa in campo la Baralli. Non perché sanamente imbarazzata dallo spreco, bensì sulla pulizia a cui sarebbero “obbligati” gli stranieri. “Sebbene quelli offerti rispondono alle caratteristiche sanitarie, i migranti provengo da zone in cui sono abituati a lavarsi con cose ben diverse – si legge sulla pagina Facebook della grillina – questo significa che anche la semplice saponetta diventa per loro un problema. Non riescono a usarla”.Non solo. A suo dire il problema si porrebbe anche per la crema viso che i musulmani non usano nella loro religione.
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