Il portale Fatti dal Web proprio in questi giorni ci delizia col reboot di una identica bufala postata due mesi fa dal Corriere di Italia, altra echo chamber molto in voga:
Roma, turista russo manda all’ospedale due rom.
Oggi in pieno giorno, a Piazza di Spagna, due uomini hanno avvicinato un turista russo e con la scusa di chiedergli qualche moneta, ma hanno iniziato ad aggredirlo e malmenarlo rubandogli il portafoglio.
Tuttavia incurante dei rischi il turista, Nikolai T. ha iniziato ad inseguirli. Ha raggiunto il primo uomo riuscendolo a fermare ad ha iniziato a picchiarlo selvaggiamente. Il ladro con il volto ridotto ad una maschera di sangue ha iniziato a chiedere aiuto gridando “Portatemi via, chiamate la polizia”.
L’altro vedendo la sorte del suo compagno ha sfoderato un coltello e ha iniziato a minacciare il russo. Nikolai però non si è scomposto e dopo aver disarmato il suo aggressore, gli ha spezzato il braccio e spaccato il naso. Dopo di che con estrema calma e tranquillità ha ripreso il portafoglio e si è seduto accanto ai due aspettando l’arrivo dei carabinieri.
I due uomini che avevano aggredito Nikolai sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale e sono stati identificati, sono G.D. di 28 anni e L.V. di 22 anni, pregiudicati, due rom ben noti alle autorità, non era la prima volta che venivano arrestati. Il primo dovrà subire un intervento di ricostruzione facciale e 23 punti mentre il secondo ha una frattura scomposta della mano con dislocazione dell’omero.
Per quanto riguarda il russo è stato arrestato per il suo comportamento violento e l’aggressività con la quale ha reagito e rischia 3 anni di carcere.
Immediata la reazione del Cremlino, dove il primo ministro russo in persona, Vladimir Putin, ha chiamato in serata Gentiloni per cercare di risolvere la situazione.
Putin, difende il suo connazionale, dicendo che si è soltanto difeso da questi rom che accogliamo nel nostro paese. Per quanto riguarda la violenza e l’aggressività con la quale ha reagito il russo, Putin risponde “Non è colpa mia se qua in Italia siete troppo delicati e sensibili. Qui in Russia veniamo abituati sin dalla tenera età alle difficoltà e cresciamo con carne congelata e bastonate.”
Il primo ministro Russo pretende l’immediata estradizione del suo cittadino. Si attende la replica del governo italiano.
La struttura base è sempre quella delle altre bufale simili:
Tizio, un “uomo del popolo”, o altrimenti persona gradita al popolo della Rete, è intento a farsi i fatti suoi quando, nel silenzio colpevole delle autorità, personaggi sgraditi ed invisi al Popolo della Rete stesso (nomadi, immigrati, politici…) cercano di vessarlo oppure vessano una persona debole a lui cara. Tizio, moderno angelo vendicatore, punisce il torto subito con brutalità inaudita infliggendo ferite graficamente descritte, mutilazioni gravi e permanenti, descritte con puerile esultanza dal “narratore” che indulge in ogni sordido dettaglio fomentando l’istinto brutale del lettore, portato così a simpatizzare per atti violenti descritti con malcelato e perverso godimento. Nel momento in cui l’eccitazione del lettore-indinniato è somma, il narratore introduce nuovamente in scena l’autorità, ora però descritta come un nemico ostile ed alieno che infligge sanzioni al “vendicatore”, fomentando così la rabbia del lettore contro l’Autorità stessa
Elemento di novità in questa versione è il fatto che l’intervento del narratore che incita l’Indinniato Speciale alla rabbia ed alla condivisione (spesso con risultati grotteschi, come una raccolta di firme per salvare dall’abbattimento il fantomatico Grisù, un cane descritto come in grado di strappare arti umani, specialmente di immigrati) viene sostituito dalla partecipazione speciale del santo protettore degli Indinniati: Vladimir Putin in persona che incarna il giudizio popolare accorrendo in soccorso del Vendicatore e lodando la maschia forza virile dello stesso, attribuendola alla sua madrepatria.
Il risultato finale è decisamente grottesco ed inverosimile, ma attrae gli indinniati con forza proporzionale alla violenza descritta.
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