Hanno rinchiuso due donne nomadi in un gabbiotto dove si trovano i cassonetti per la carta, hanno ripreso con un telefonino le loro urla e gesti disperati perché volevano uscire dalla improvvisata prigione, poi hanno postato il video sui social: per questo tre addetti di un supermercato di Follonica (Grosseto) sono stati denunciati dai carabinieri ai quali le donne si sono rivolte dopo essere state liberate.
Scherzo epico finito male
La ‘prigionià delle due donne, sorprese dagli addetti a prendere carta e cartone dai cassonetti, è durata pochi minuti ma il video postato su facebook ha totalizzato oltre 200 mila visualizzazioni. Nelle immagini si vede il gabbiotto e due degli addetti che ridono e dicono alle due donne, che si trovano oltre una parete del gabbiotto, di che non si doveva entrare in quell’area, mentre un terzo riprende la scena.
La procura di Grosseto, che stamane ha aperto un fascicolo per sequestro di persona, ha ordinato l’arresto dei tre dipendenti Lidl. I provvedimenti sono un effetto delle indagini avviate dalla Procura di Grosseto all’indomani dell’episodio che sta facendo tanto discutere in queste ore. Come fa sapere l’agenzia di stampa Analdolu, i tre sono stati arrestati poco fa con l’accusa di sequestro di persona con l’aggravante per l’etnia ROM. Le due nomadi hanno presentato richiesta di risarcimento danni per 1 milione di euro, e molto probabilmente verranno accontentate.
L’unica cosa vera è che, effettivamente, al momento risulta effettivamente un capo di imputazione a carico dei due uomini ritratti nel video, accertamenti in corso della LIDL e la sospensione immediata dal sindacato cui uno di loro era tesserato.
Libero Giornale ha deciso di soffiare sul fuoco della facile demagogia populista inventandosi dal nulla il solito “risarcimento milionario”, tanto per rinforzare lo stereotipo insito nella “bufala del giustiziere” dell’Italiano vessato da leggi e decisioni arbitrarie e onerose, derubricando i fatti emersi a “scherzo epico” e, per finire, attribuendo tale notizia ad Anadolu, un’agenzia di stampa Turca, che, ovviamente, non ha alcun motivo per interessarsi della vicenda.
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