Ci viene segnalato questo testo virale che ha ripreso a circolare sulle vostre bacheche:
Un ragazzo di 14 anni ha ricevuto sei colpi di pistola dal suo patrigno, il ragazzo stava cercando di proteggere sua sorella di due anni che stava per essere violentata. Non è successo nulla, grazie al coraggio di suo fratello. Tutto questo è accaduto mentre la madre era al lavoro, questo ragazzino coraggioso combatte per la vita, ma i medici dicono che non sopravviverà senza una manovra. Operazione che è molto costosa e che sua madre non può permettersi. Facebook e le aziende accettano di donare 45 centesimi per ogni volta che qualcuno pubblicherà questo messaggio sul suo profilo, si prega di perdere 2 secondi copiate e incollate sulla vostra bacheca.. provare non costa nulla.
Come sempre in questi casi, vi preghiamo piuttosto di non impiegare quei due secondi per copincollare l’appello e premere acriticamente condividi, e di usare qualche minuto in più per rendervi conto di star condividendo una bufala e cestinare il messaggio.
Non solo si tratta di una bufala, ma di una bufala vecchissima: ne avevamo già parlato nel 2014 , rilevando una prima versione solo testuale a Febbraio, seguita da una versione audiovisiva nel novembre 2014 dove al “ragazzino eroe” venivano attribuite le fattezze di una piccola vittima dei conflitti libanesi del 2006, con foto estratte dal sito Terrasanta.org, che, a sua volta, aveva regolarmente acquistato i diritti di foto del conflitto disponibili sul repository gettyimages.org.
Siamo dinanzi quindi all’ennesimo caso in cui una bufala, più che un testo virale, diventa un autentico herpes della viralità: la stessa bufala, nonostante sia stata sconfessata da più fonti, anche internazionali, dopo un periodo di quiescenza più o meno lungo ritorna virale e viene ricondivisa da persone che, in buona fede, sentono il bisogno di credere nell’esistenza di un eroe e di sentirsi a lui utile ma, evidentemente , non si prendono il tempo di verificare le loro fonti.
Come esplicammo già nel 2014, e come riportiamo per brevità, lo stile della bufala scimmiotta quello di operazioni reali come le donazioni che gli operatori telefonici sovente fanno, impegnandosi a donare l’equivalente del valore di SMS inviati ad un certo numero di telefono.
In compenso, se i gestori di telefonia sono in grado di fatturare ogni singolo SMS, e quindi di stornare il valore degli stessi dai ricavi alle donazioni, banalmente accettando di donare la somma che avrebbero ricavato ad un ente di beneficenza, Facebook non contiene alcuno strumento in grado di fatturare o contabilizzare le condivisioni di un testo.
E, inoltre, se Mark Zuckemberg o chi per lui volesse fare beneficenza, sicuramente non delegherebbe la stessa ad un ingiusto contest di popolarità, valutando il valore di una vita umana in likes.
Vi invitiamo nuovamente a diffidare di ogni link che contenga la formula “ogni condivisione o mi piace porta ad una donazione da parte di Facebook”, ancora una volta vi chiediamo di usare con parsimonia il tasto “Condividi” e vi rimandiamo alla nostra guida utile su come distinguere immagini false o decontestualizzate usate su Facebook.
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