BUFALA Il raddoppio tra Lira ed Euro – bufale.net


Tra molte critiche ci eravamo già occupati del complicato rapporto tra Lira ed Euro, concludendo, tra tante critiche dei più pervicaci affezionati della Montessori, che in realtà il calo del potere d’acquisto dell’Italiano medio non è da ricercarsi nella moneta unica europea, ma da un complesso, e più vasto, universo causale di fattori dei quali l’Euro è il perfetto capro espiatorio.
Nessuna meraviglia pertanto che la nostra attenzione sia stata catturata da previsioni, forse un po’ ottimistiche, come quella fornita da Libero Quotidiano, riletta alla luce dei colleghi de La Voce Idealista
Partendo dalle stesse premesse i blogger del noto portale sono giunti alle nostre stesse conclusioni:

Notate nulla di strano? Come è possibile che 1.500 € diventino 7.000.000 di Lire e poi 1,50 € diventino 3.000 Lire? In pratica, nella prima parte del periodo si ipotizza una paurosa fluttuazione del cambio Lira-Euro (una svalutazione massiccia) ma nella seconda parte il cambio rimane uguale. Se non è disonestà intellettuale questa, cosa lo è? Il sospetto di disonetà diventa una certezza alla fine, quando l’autore sostiene che i prezzi aumenterebbero e le tasche ci si dovrebbero abituare come è avvenuto al passaggio Lira-Euro, quando i prezzi raddoppiarono, ma alla fine non cambierebbe nulla.Certo che non cambierebbe nulla, a parte cose trascurabili come la benzina a 20 € al litro (in Lire, ovviamente).

Ogni analisi, compresa quella che abbiamo contestato in tempi ancora non sospetti, batte sullo stesso fallace presupposto ideologico: tutti considerano il solo, presunto, aumento dei prezzi, incrementato di una svalutazione che viene postulata come automatica conseguenza, ma curiosamente valutano gli stipendi ed i salari con un diverso metro di misura.
Se nel nostro esempio sembrava sorprendente il pensiero che il costo di beni di sussistenza, come il pane e la carne non fosse cambiato più di tanto, se paragonato allo stipendio medio, dovrebbe invece risultare sorprendente come, con applicazione evidente di una logica di bispensiero, si possano trasformare un euro e cinquanta in tremila lire, ma 1.500 € in ben sette milioni di lire.
Ammettendo poi, con Libero Quotidiano che

Per il pranzo, magari per una pizza si spenderebbero 30mila lire a persona contro i 15 euro di oggi, ma va ricordato che in tasca si ha un budget di circa 3 milioni.

I “critici dell’Euro” (intesi non come coloro che esprimono legittime perplessità, ma come chi sembra aver individuato nella moneta unica la fonte primigenia di ogni male) dovrebbero spiegarsi, ancor prima di spiegarci, in che senso “circa 30mila lire su 3 milioni” siano un esborso monetario superiore a “15 euro su 1.500”.
Ci domandiamo inoltre perché se il popolo Italiano ha davvero “mal digerito” il passaggio dalla lira all’euro, il passaggio inverso dovrebbe essere invece accettato acriticamente in quanto

Servirebbe solo del tempo come è accaduto col raddoppio dei prezzi nel caso dell’euro.

Forse il problema, come già avevamo determinato in passato, non è lo spauracchio dell’Europa, ma lo spettro della precarietà, della disoccupazione e della mancanza di prospettive per il futuro che erodono il nostro risparmio, sia esso in euro, in lire o in qualsiasi altra valuta?
Ricordiamo che, a fronte della nostra esibizione di listini d’epoca non vi è mai stata contropartita dei critici.
Ed il materiale non mancherebbe, in quanto

Se i prezzi fossero raddoppiati, le prove non mancherebbero. Molte persone e tutte le imprese conservano a fini fiscali un’infinità di scontrini, ricevute, fatture. Una marea di dati con i quali sarebbe facilissimo dimostrare il raddoppio dei prezzi (in media).
E proprio questa enorme quantità di dati suggerisce che non è così facile aumentare i prezzi senza una valida ragione. Perché chi subisce l’aumento se ne accorge e reagisce. L’impresa cambia il fornitore, il consumatore cerca il negozio più conveniente, e soprattutto riduce la spesa.

Ma così, evidentemente non è stato. Abbiamo, come più volte evidenziato numerosi listini prezzi che dimostrano un impatto minimo della moneta unica europea sul caro vita, ma nessuno che riporti il fantomatico “raddoppio istantaneo dei prezzi”.
E col tempo, lo spauracchio Europeo è diventato uno spettro da agitare per evitare di affrontare le vere cause della crisi corrente.

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