Nel primo pomeriggio del 7 aprile la Germania di nuovo respirava i miasmi della Morte. Lo riferiva la portavoce del governo tedesco Ulrike Demmer in un tweet mentre a Münster, nel Nordovest del Paese, la Polizia doveva ancora ripristinare l’ordine dopo l’ennesimo furgone lanciato contro la folla.
Alle 19:32 l’agenzia Ansa scriveva:
In Germania torna il terrore: nelle prime ore del pomeriggio nel centro di Münster un furgone è piombato sulla folla. Secondo l’ultimo bilancio delle forze dell’ordine, i morti sono 4, compreso l’attentatore, e 20 i feriti, 16 dei quali in gravi condizioni.
Sempre il 7 aprile Corriere della Sera riportava:
Un furgone è entrato nell’area pedonale e ha cominciato a puntare i passanti. Il mezzo, grigio scuro, era ingombrante, le vie strette. La corsa è durata poche decine di metri. La gente si schiacciava contro i muri, si riparava negli androni. Il van è sbucato davanti al Kiepenkerl, uno dei caffè più popolari di Münster, comparso anche nella serie tv «Tatort». È un poliziesco che ha più protagonisti e più città a fare da sfondo. L’abbinamento più riuscito, però, è tra l’investigatore Thiel e la città di Münster.
L’attentatore si è poi suicidato con un’arma da fuoco e rispondeva al nome di Jens R. Haldeln, tedesco di 48 anni ed ex designer – scrivono su Today – «caduto in disgrazia, psicologicamente instabile». Il gesto, secondo le autorità, non è riconducibile alla matrice terroristica islamica – nonostante il pensiero di Giorgia Meloni lo sostenesse – e come riporta TPI News:
Il conducente del furgone era un cittadino tedesco di 49 anni già noto per problemi psichici. Il ministro dell’Interno nega un collegamento con organizzazioni legate al terrorismo.
Nonostante le autorità locali avessero invitato alla prudenza nelle indiscrezioni sulla natura dell’attentato, un post divenuto virale in Germania indicava già il volto dell’attentatore:
Per smentire nell’immediatezza la bufala è stato necessario l’intervento della redazione di Oe24, che in un articolo ha subito fatto chiarezza. Lo ha tradotto per noi dalla lingua tedesca il collaboratore Paolo Verni:
Questo non è l’attentatore di Münster.
Dopo il tragico attentato a Münster, in parecchi hanno condiviso un fermo immagine dove si vede un giovane. Girava voce che fosse l’attentatore. Falso! L’immagine ritrae Daria E., costui ha scelto di vivere a Vienna dopo essere cresciuto a Münster. Era stato contattato telefonicamente e ha collaborato con oe24.TV in qualità di buon conoscitore del centro di Münster. All’inizio della trasmissione era stato inserito il suo nome „Daria Eamari, Ortskundiger“ (Daria Eamari, pratico del luogo) poi, come d’uso, nel proseguimento non era più indicato. Anche il moderatore ha detto con chiarezza che il sig. Daria Eamari era stato interpellato telefonicamente perché pratico del luogo e ha descritto il centro di Münster. Oe24.TV dichiara senza fraintendimenti che l’uomo ritrattonon è in alcun caso l’attentatore di Münster – neanche durante la trasmissione fu fatto riferimento come attentatore – Questo screenshot è stato appositamente/volontariamente estrapolato dal contesto e diffuso sui social e usato in modo indebito per creare una notizia falsa-fake new.
Come ricordiamo sempre nelle nostre guide utili (clicca qui per leggere quella dedicata alle immagini con scritta sovrimpressa), è sempre necessario verificare le fonti quando non sono riportate dai post virali in circolo su Facebook e altre piattaforme social. Decontestualizzare un’immagine e riproporla al popolo della rete con informazioni fuorvianti è un tipico dei viralizzatori.
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