BUFALA Quattro Nigeriani infastidiscono la sua fidanzata, guardate la reazione di questo italiano – bufale.net

Ancora una volta riceviamo una segnalazione di un brano tratto dal portale Catena Umana (non nuovo, invero, a comparire su questo portale in talune occasioni). Il brano contiene un filmato  dove  degli uomini di colore e due persone (un uomo ed una donna) che vengono identificati come “bianchi”, dopo un breve litigio (simulato) in inglese inscenano un combattimento di arti marziali in cui l’uomo (solo presuntivamente, come vedremo) caucasico ne esce vittorioso.

La didascalia è

Nella realtà’ (sic!) può succedere che un esperto di arti marziali si sappia difendere ed è proprio in questo video che 4 nigeriani sono finiti in brutte condizioni all’ospedale. Bisogna dire che la ragazza ha fatto la sua parte ironicamente parlando.  E’ così che gli italiani dovrebbero difendersi da qualsiasi razza, etnia senza passare sempre erroneamente per razzisti

Ma di reale  non c’è niente.  Anche la fonte, un video di quattro mesi fa intitolato  ITALIANO VS 4 NIGERIANI RISSA! è, come vedremo, reale nella sua esistenza, ma frutto di mistificazione nel suo contenuto.

Siamo ad un caso da manuale di #iononhoverificato, ovvero ad un caso in cui, dinanzi ad un video troppo bello per essere vero, si è preferito imbastire una rapida storiella basata sul triste canovaccio che abbiamo già visto in altre situazioni:

X  è un soggetto inventato, ma parte di un gruppo etnico particolarmente inviso al lettore medio (arabo, africano, est-europeo). X, con protervia  e nel presunto silenzio delle autorità compie un atto crudele o irrispettoso nei confronti di Y, un soggetto debole italiano o caro al lettore italiano (un animaletto indifeso, una ragazzina o un bambino, un giovane…).  Z, uomo italiano in grado di incarnare un’ideale di vendetta e vigore virile, notando l’insolente aggressione di X irrompe sulla scena e, con brutalità da film poliziottesco anni ’70, aggredisce a sua volta X con gran vigore, percuotendolo e cagionandogli gravi lesioni , raccogliendo l’approvazione della folla.  Per maggior indignazione, talvolta è possibile aggiungere a tale trito canovaccio l’intervento dell’autorità che, inizialmente acquiescente dinanzi all’insolenza di X, sanziona Z per la sua “giustizia privata”, raccogliendo il livore ed il rancore della folla.

L’origine primaria della bufala parrebbe essere una traduzione (con cambio di località della vicenda)  di una notizia del FreedomDaily, portale conservatore statunitense, che ambienta l’accaduto in Russia e parla genericamente di “bianchi aggrediti da uomini di colore”.

Ma il filmato reale è ancora precedente.

Nonostante la notizia del FreedomDaily  (come riportata dal portale simile Conservative Post) sia asseritamente di Aprile 2016, la fonte è un video, sempre  quel video , datato questa volta 2013, con la seguente didascalia, in un inglese un po’ traballante che cercheremo di riprodurre in traduzione:

Watch this intense video where russian man beats up 2 black thugs who come to touch her woman, then other 2 black men appear and want piece of the action, but they end up getting their asses kicked too.

Guardate questo video intenso dove un russo picchia due criminali di colore che vengono per toccare la sua donna, poi arrivano altri 2 uomini di colore e vogliono un po’ di azione, ma vengono picchiati anche loro

E, sopresa, anche questa è una falsa pista:  in questa versione compaiono chiaramente degli ideogrammi in cima all’articolo.

Anche il portale americano che per primo ha rilanciato quest’anno la notizia della presunta aggressione, ambientandola però in Russia, ha compiuto ciò che in gergo tecnico potremmo definire un Errore Critico di Ricerca, limitandosi a prendere un video a caso con una “storia interessante” e, con una metodologia non ignota anche alla blogosfera italiana, ri-raccontarla obliterando ogni riferimento alla data corretta ed ambientandola in un eterno Giorno della Marmotta destinato a ripetersi ogni giorno dalla pubblicazione ad oggi.

Peccato che se già tale sistema sarebbe stato tecnicamente scorretto con una notizia vera, lo è tanto di più quando anche il filmato del 2013 “riambientato” nel 2016 si rivela essere una bufala.

Arriviamo così alla versione pubblicata nel 2011 da Raymond Chieng, appassionato di Arti Marziali, dal più sobrio titolo Real fighter vs 4 guys (Vero combattente contro 4 tizi),

La mancanza delle  finte censure  sul volto del protagonista ci svela l’arcano: non si tratta né di un italiano né di un russo, ma di un orientale.

Nonostante le origini del video  primario si siano perse nei meandri della rete, il fatto che il video del 2011 compaia in una pletora di video di dimostrazioni sulle arti marziali, tutte unificate dalla didascalia (JKD BY Mr Hu, ovvero Jeet Kune Do, opera del Signor Hu) ne evidenzia la natura: anche questo video nasce come “dimostrazione” su cosa possa fare un maestro di arti marziali ben allenato.

E, nel nostro caso, cosa possa fare un utente con conoscenze medio del mezzo Internet che voglia verificare una notizia anziché diffonderla acriticamente.

Non a caso, proprio come in un wuxia moderno, sullo stile di quelli di Jackie Chan e Bruce Lee, i duellanti si sfidano cavallerescamente con scontri uno ad uno, accusano colpi che, evidentemente, si fermano a pochi millimetri dai loro corpo e, finito il loro “turno in cena” i “rissanti cattivi” restano distesi per terra o a rispettosa distanza dall'”eroe” e dal “rissante di turno” attendendo il loro momento per tornare in scena. Ovviamente, i curiosi che nei commenti alle condivisioni su Facebook dell’articolo vengono definiti come buonisti o vigliacchi sono semplici comparse e/o curiosi con un’ocasione di assistere alla dimostrazione.

Come nota extra rileviamo che, mentre nella versione originale Raymond Cheng ha correttamente impostato, stante il rischio di emulazione da parte dei piccoli nel vedere una dimostrazione di Jeet Kune Do  (l’arte marziale sviluppata dal noto maestro ed attore Bruce Lee, una versione pesantemente modificata e rimaneggiata del Wing Chun del maestro Yip Man in modo da incorporare in modo sincretistico tutte le tecniche delle arti marziali con cui Lee era venuto a contatto negli anni come praticante delle arti marziali, attore e stunt-man), il filtro che richiede conferma per la visione,  la versione  italiana citata da Catena Umana lo omette completamente, rendendo visibile anche ai minori, e senza filtro, quella che loro stesso divulgano come una scena di violenza reale e che, in ogni caso, sia pur simulata, contiene scene a potenziale rischio emulativo da parte dei minori. Questi infatti potrebbero essere attratti dallo stile “vistoso” e cinematografico tipico del Jeet Kune Do e ripetere le mosse viste a casa, dove la combinazione della loro inerente pericolosità e della loro mancanza di preparazione tecnica incrementerebbe il fattore di rischio.

Un motivo in più per bloccare la catena di condivisioni, cancellando eventuali condivisioni dell’articolo e diffondendo la smentita.

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