A volte, sovente, viene diffusa una notizia alla quale segue una smentita o ulteriori dettagli… ma siccome, altrettanto spesso, la smentita è meno intrigante della notizia, i condivisori preferiscono fermarsi alla prima.
Quando ci è stato chiesto di asseverare questo articolo avevamo messo in conto che la risposta ci sarebbe arrivata, come recita un antico motto, semplicemente lasciandola sulla scrivania per un tempo sufficientemente lungo.
E così è stato:
I primi casi segnalati al Nord Italia, ma le richieste potrebbero estendersi a breve in tutte le zone “invase” dai centri di accoglienza.“A.A.A. Cercasi donne, possibilmente giovani e di lingua tedesca, per soddisfare le voglie sessuali dei 44 migranti ospiti al centro d’accoglienza di Vipiteno.” Questo è l’appello lanciato dapprima sobriamente su Facebook, in maniera più esplicita nelle interviste su alcune testate di lingua tedesca, da A. M. sedicente cooperatore e tra i coordinatori del centro che ospita i migranti in Alta Valle Isarco.
In pratica a Vipiteno hanno fatto una scoperta, il sesso come veicolo per l’integrazione dei clandestini.
Ormoni alle stelle, perché i giovani migranti non fanno sesso anche da dieci mesi ed allora tra le richieste che giornalmente fanno ai responsabili del centro, vi è anche quella di avere donne, meglio se giovani e di lingua tedesca.
Nei giorni successivi, dopo lo scoppio del caso mediatico, l’autore del post ha rettificato correggendo il tiro e dicendo che si era trattato solo di un esperimento.
Sottolineiamo la parte finale, sfuggita ai condivisori.
Sia pur precisando che in nessun centro di accoglienza italiano siano state fatte simili richieste, ma è confermata la provocazione singola di un singolo individuo abbiamo rintracciato una traduzione del messaggio di A. Mutschlechner, attivista sudtirolese.
E l’abbiamo fatto sul numero del 28 giugno del Corriere del Trentino, ribadendo ancora una volta l’importanza del medium cartaceo su Internet: ma per chi non avesse un’emeroteca a portata di mano, potrete comodamente ricercare una copia digitalizzata su Pressreader e leggere l’estratto da noi fornito:
«Cerchiamo donne che vogliono accompagnarsi con i richiedenti asilo. Perché tutti abbiamo delle esigenze. Per favore, fatelo girare». Per girare, l’insolito appello comparso su Facebook, è girato: in pochi giorni ha raccolto però soprattutto critiche rivolte al promotore dell’iniziativa, il brissinese Armin Mutschlechner, che alla fine ha deciso di rimuovere il post. «Avevo scritto questo appello — spiega il protagonista della vicenda — sia su Facebook che sul mio blog, arminpost.blogspot.it, ma alla fine ho deciso di toglierli da entrambi, perché le critiche contro di me stavano diventando troppo pesanti. Del resto la mia intenzione non era quella dichiarata, di trovare delle donne per i profughi. Se avessi avuto questa intenzione — assicura Mutschlechner — avrei fatto prima a proporre ai profughi di andare con delle prostitute. E comunque non credo che servirebbe arrivare a tanto: i profughi sapranno arrangiarsi, immagino, se vogliono trovare una ragazza. Non sono mica nati ieri». Il motivo dell’appello online, spiega l’autore, sarebbe un altro: «Volevo fare un esperimento sociale, per verificare come avrebbero reagito i sudtirolesi a una proposta di questo tipo. Volevo verificare il reale livello di tolleranza nei confronti dei profughi. Si è avuta la conferma che la gente, quando si tratta di profughi, si arrabbia subito. In particolare trovo che la reazione dei Freiheitlichen sia stata veramente eccessiva» conclude Armin Mutschlechner, che si autodefinisce un «esponente della società civile ed artista». L’uomo, di professione, è operatore sociale e in passato ha lavorato nei centri giovanili ma anche, come volontario, assieme ai profughi con le associazioni attive nell’accoglienza in stazione a Bolzano.
I Freiheiltichen, partito della destra sudtirolese, hanno addirittura presentato un’interrogazione in consiglio provinciale, nella quale si chiedono chiarimenti sulla vicenda. E, non da ultimo, si chiede se Mutschlechner, che fa l’operatore sociale, non sia pagato con fondi della Provincia stessa. Sulla vicenda interviene anche Massimo Bessone, consigliere comunale della Lega Nord a Bressanone: «Per carità, ognuno fa quel che vuole, ma il messaggio che in Alto Adige i migranti possano avere tutto, senza guadagnarselo non deve passare.
E, non per l’ultimo, mi sembra veramente un colpo basso ai diritti ed valore della donna nella società odierna. L’amore non si compra». Bessone aggiunge: «L’appello si riferiva in particolare a favore dei 44 migranti ospiti al centro d’accoglienza di Vipiteno.
Non è nostro scopo andare oltre la semplice verificazione di una notizia: nondimeno, è evidente come lo scopo di una provocazione sia provocare e, probabilmente, per lo stesso motivo per cui non bisognerebbe diffondere bufale non riteniamo neppure necessario crearne di nuove, sia pur pensando di star compiendo un esperimento sociale.
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