BUFALA Il profilattico che cambia colore in base alle malattie – bufale.net
Le bufale hanno molti volti, e molti motivi per esistere.
Creazioni estemporanee di un pifferaio magico in cerca di visualizzazioni facili, o errori plateali di traduzione nell’eterno telefono senza fili che è Internet.
Partiamo dalla storia diffusa da IFL Science: dei ragazzini partecipano ad un concorso atto a stimolare la creatività e l’interazione tra scienza, ingegneria ed impresa, fornendo un concept, l’idea di un prodotto che ancora non esiste, ma potrebbe in futuro farlo che per loro, se esistesse, avrebbe un sicuro mercato ed una sicura utilità.
Tale prodotto è S.T.EYE, un profilattico contenente al suo interno dei reagenti, per cui, venendo in contatto con diverse malattie veneree, il prodotto dovrebbe illuminarsi.
Avrete notato che abbiamo usato il condizionale: il prodotto non esiste, ed allo stato delle attuali tecnologie, non è possibile produrlo, neppure allo stato di prototipo.
I giovani partecipanti sono stati premiati per l’idea avveniristica a prescindere dalle possibilità che sia possibile metterla in atto, superando una lunga serie di problemi evidenziati sin dall’inizio.
Ad esempio: come si può essere sicuri di chi abbia la malattia evidenziata tra i due partner sessuali? Come si può creare una molecola miracolosa che abbia tutte quelle reazioni, non sia nociva per l’organismo e non esploda?
Sono i tipici problemi che iniziative del genere insegnano ai ragazzini coinvolti: un’idea brillante passa sempre al Dipartimento Ricerca e Sviluppo, e si cerca di trovare una soluzione ai vari problemi che essa comporta.
Purtroppo, come evidenziato da Nextquotidiano e il citato Hopes and Fears, la narrazione del piccolo genio che trionfa sul mondo degli adulti risolvendo in poco tempo e con poche risorse un problema che attanaglia il mondo degli adulti da anni se non da decenni ha una forte presa nell’immaginario.
È una nuova versione del mito di Davide contro Golia, la scienza e le multinazionali inermi ed imbelli contro l’acume di un ragazzino semplice.
Ma le cose non funzionano così. Nulla togliendo alla pregevole idea dei vincitori del concorso, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, se non un oceano.
Che la stampa ha preferito non vedere.
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