Abbiamo più volte parlato del concetto di “bufala riciclata”. Vecchie bufale, già trattate in passato, vengono periodicamente riciclate sulla blogosfera, confidando che il ricambio dei lettori o la catena delle condivisioni, o i pochi dettagli inseriti per “svecchiarle” le riportino sulla cresta dell’onda.
Quando ci è stato quindi prospetto un link sul “Popolo Unico“, un progetto a parole diverso dall'”One People Trust” ma di fatto ad esso perfettamente sovrapponibile, ci siamo ricordati di aver dedicato già in passato un articolo completo e complesso, cui rimandiamo per la lettura, al tema, e quando abbiamo notato che il portale “Popolounico.it” faceva riferimento alla bufala dello “Stato Italiano e dei cittadini come valori iscritti al SEC” ci siamo immediatamente ricordati di aver… trattato anche quello.
Siamo pertanto di fronte ad una “bufala combinata”: due vecchie bufale, zoppicanti e manchevoli singolarmente, vengono combinate e rimescolate per creare una “superbufala” che, ad una prima battuta, colmi le manchevolezze reciproche sembra finalmente solida ma, ad una seconda lettura meno superficiale, evidenzia le debolezze di entrambe.
Senza ripeterci, possiamo quindi, brevemente, riassumere i punti salienti delle nostre precedenti sbufalate, autentici “capitoli precedenti” di una trilogia basata sull’inganno e sul wishful thinking, “il pensiero magico” che vorrebbe la creazione di vere e proprie formule magiche per sottrarsi dai debiti e dagli obblighi sociali.
Ricordiamo inoltre il triste corollario a cui porterebbe inevitabilmente il desiderio di ipotizzarsi e fantasticarsi “persona giuridica con controllo di se stessa” per non dover assolvere ai propri doveri nei confronti dello stato.
Il testo che ci viene proposto sostanzialmente tende a questo, definendo arbitrari, ad esempio, articoli della Costituzione come l’articolo 42, desiderando la tutela della proprietà privata da cui al primo comma, ma aborrendo i limiti sociali di cui ai commi due e tre, e “sostituire l’autorità dello Stato” comunque godendone ogni beneficio.
Ritenete forse le strade crescano da sole, oppure riconoscete che dal conributo di tutti i cittadini allo Stato derivano tutti i servizi ad esso connessi?
Sia il vetusto OPPT, che il “nuovo” Popolo Unico, sostanzialmente, si palesano come tentativi magici di godere dei benefici della vita sociale senza comparteciparne agli oneri, in violazione dell’antico brocardo cuis commoda, eius incommoda, ovvero la semplice cognizione che ad ogni diritto fa da contraltare un dovere. E che chi gode di scuole, strade, forze di polizia, assistenza sanitaria ed altri prodotti della società, deve contribuire ad essa senza potervisi sottrarre con una fictio iuris inesatta ed inefficace.
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