Se i viaggi nel tempo sono teoricamente possibili chi può negare che in futuro non si trovi il modo di intraprenderli? Non ci addentreremo nell’argomento specifico. Va da se che dovremmo avere già trovato le tracce lasciate da eventuali crononauti. E’ il caso degli oggetti fuori dal tempo, meglio noti come OOPArt (Out-of-place artifact). Per adesso rivelatisi degli abbagli. Come nel caso della Protesi trovata nella Mummia del sacerdote egizio Usermontu.
Nel post recentemente pubblicato su Buonanuova l’autore sembra entusiasta:
«Un sacerdote egizio vissuto durante la 26° dinastia ( 656 – 525 Ac) Ha suscitato molto scalpore, durante delle radiografie effettuate nel Agosto del 1995.La mummia, insieme ad altre cinque, del museo Egiziano Rosacruciano di San Josè, California sono state analizzate da un gruppo di scienziati della Brigham Young University, per fare studi sul Dna delle mummie … Le radiografie sono state analizzate dal Dottor Richard Jackson chirurgo ortopedico presso la Brigham Young University; che ha affermato che si tratta di una protesi di realizzazione moderna del tipo, che viene impiegata oggi in chirurgia, per stabilizzare le ossa.
Il Dottor Wilfred Griggs capo del team, che stava analizzando le mummie, dichiarò di aver pensato ad una protesi moderna, inserita non più di 100 anni fa per bloccare la gamba alla mummia, e di non aver mai visto una protesi simile su una mummia».
Facendo un viaggio a ritroso – non nel tempo, ma tra i vari copia-incolla – si arriva al testo originale risalente all’11 febbraio 1996. Innanzitutto cerchiamo di venire a capo delle competenze degli accademici citati: Wilfred Griggs è docente di scrittura antica; Richard Jackson (che non viene menzionato nella fonte orginale) invece non è un chirurgo ortopedico, bensì un architetto mormone, accreditato dall’Università citata come autore di testi di scrittura religiosa. Il museo Egiziano Rosacruciano di San Josè, stando alla guida Michelin, si trova presso il Rosicrucian Park, complesso di edifici in stile egizio, della loggia massonica rosacrociana dell’AMORC (Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce). Ovvero, una organizzazione dedita a studi non proprio “scientifici”.
Veniamo alla protesi. Il CEIFAN (Centro di Indagine sui Fenomeni Anomali) alla voce OOPArt, aveva già analizzato la fonte originale, certamente è stato trovato un sostegno metallico nella gamba della mummia, ma la spegazione è tutt’altro che fantascientifica:
«Si ritiene che la “protesi” sia stata messa nella fase di mummificazione del corpo in vista della resurrezione, si tratta quindi di una riparazione postuma. Semplicemente, la persona ebbe un grave incidente che portò alla perdita della gamba o alla sua amputazione, ma morì subito dopo. Quando lo hanno mummificato per la vita eterna, hanno riattaccato la gamba al corpo con una giuntura altrimenti quando sarebbe resuscitato, secondo le credenze egizie, se la sarebbe vista brutta. D’altronde in vita non gli sarebbe servito a nulla una protesi del genere, Non solo gli avrebbe reso al gamba rigida, ma la gamba stessa manca di parti di collegamento col corpo, nonché della rotula e del perone (l’osso lungo sottile nella parte inferiore della gamba), probabilmente perché era stata amputata».
Qualcosa, insomma, di decisamente diverso dall’idea moderna di “protesi metallica”. Ecco l’immagine a titolo d’esempio di come dovrebbe presentarsi una protesi anacronistica nel corpo di una mummia egizia, dal blog dell’ortopedico Giuseppe Fanzone:
Sarebbe bastato consultare un ortopedico vero, oppure un pizzico di buonsenso; la protesi sopra permette all’arto di piegarsi, inoltre è incastonata in un certo modo, non è una vite rozzamente inserita e che impedisce qualsiasi movimento.
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