Evitate di tirar fuori cappottoni, slitte e scorte da rifugio antiatomico: siamo di fronte all’ennesima bufala.
Tutto parte da una previsione inizialmente stabilita per il 2030, o meglio, dal clamoroso fraintendimento di una conferenza, come riportato da Focus:
La “non notizia” è nata da una conferenza di Valentina Zharkova della Northumbria University. La ricercatrice durante il National Astronomy Meeting che si è tenuto agli inizi di luglio, ha presentato un suo lavoro pubblicato sull’Astrophysical Journal, nel quale prevedere come si comporterà il Sole nei prossimi cicli undecennali. Come è noto infatti, il Sole aumenta di intensità nel numero di macchie con un andamento medio di 11 anni. Gli ultimi cicli, soprattutto quello che stiamo vivendo, è molto più debole dei precedenti.
Un insieme di fattori, analizzati dalla ricercatrice, farebbero pensare che i prossimi cicli saranno ancor più deboli, tant’è che, secondo lei «l’attività solare nel 2030 si ridurrà del 60% rispetto alla media».
E da qui la mal interpretazione. Molti infatti, hanno interpretato quell’affermazione come una riduzione del 60% della capacità del Sole di riscaldare la nostra Terra! Se fosse così avremmo davvero un’era glaciale, ma da fine del mondo però…
Non è un’era glaciale, nemmeno mini. In verità una “minore attività solare del 60%” porta davvero ad una riduzione del calore che arriva sulla Terra, ma in quantità assai ridotte. L’attività solare non è semplicemente il calore emesso, ma l’insieme di molti fenomeni che si verificano nel e sul Sole.
Zharkova nel suo intervento non aveva fatto riferimento ad alcun cambiamento climatico. E molti giornali che avevano riportato la sua ricerca come una ricerca sul clima hanno commesso un grave errore su un tema – quello del riscaldamento globale – dove occorre una maggiore sensibilità e accuratezza.
Interpellata poi in seguito al clamore mediatico Zharkova ha riconosciuto che comunque, la riduzione dell’attività solare potrebbe essere paragonata a quella che si verificò attorno al 1600, un periodo noto come “piccola era glaciale” che vide inverni particolarmente rigidi nel nostro emisfero. Ma anche in quel caso non fu “era glaciale” in termini geologici, anche se le condizioni climatiche – soprattutto invernali – furono particolarmente rigide.
Il periodo del 1600 – da un punto di vista dell’osservazione solare – è chiamato minimo di Mauder e durò tra i 50 e i 60 anni. Secondo le previsioni di Zharkova il prossimo minimo dovrebbe durare meno del minimo di Mauder e cioè circa 3 cicli solari, pari a 30 anni
Quindi, si è passati da riduzione dell’attività solare (intesa come il cumulo di reazioni ed attività osservabili sulla nostra stella) a inventrsi dal nulla una riduzione della temperatura solare, come se il Sole funzionasse come il Dolceforno di quando eravamo bambini.
Recentemente, il portale generalista DailyStar, osservando il fenomeno di riduzione delle macchie solari precedentemente scambiato per riduzione della temperatura ha arbitrariamente deciso di titolare l’articolo “Scientists fear a new ice age by 2019”, anticipando così la data di una inesistente apocalisse glaciale già smentita.
Anche questa volta, ricorda Fanpage.it
Il fraintendimento nasce dal supporre che la capacità del Sole di riscaldarci sia direttamente proporzionale alla suddetta “attività”, questa invece indica numerosi fattori oltre al mero riscaldamento ed è misurata nell’ambito di cicli di undici anni. La correlazione non sarebbe fondata nemmeno riguardo all’attività di El Nino o altri fenomeni climatici simili.
Nessuna Apocalisse glaciale quindi. Potete tranquillizzarvi.
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