BUFALA Napoli miracolo San gennaro: Mamma piange disperata ai funerali del figlio, poi dalla bara si sente un qualcosa… – bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti l’ennesima bufala di Giornale Italiano

Un vero e proprio miracolo quello che è accaduto vicino a Napoli questa mattina. In una chiesetta di provincia dello splendido capoluogo partenopeo infatti, si celebravano i funerali di Matteo, un bimbo di 8 anni strappato alla sua giovane vita da una brutta malattia. La madre, la signora Vanessa, una giovane donna devotissima a San Gennaro non si è data pace, tormentata dal proprio dolore ha passato le festività pasquali cercando conforto nella preghiera. Questa mattina alle 10 circa è iniziata la celebrazione dei funerali del piccolo Matteo, e proprio mentre il sacerdote era impegnato nell’omelia, qualcosa è accaduto. Inizia a udirsi un pianto, che con il passare del tempo si fa sempre più forte ed intenso, Francesca non aspetta un secondo di più e si precipita sulla bara del piccolo Matteo, solleva il coperchio e scoppia in un pianto di gioia, suo figlio è vivo, le sue preghiere sono state ascoltate. Il Professor Montecassini, e tutto il reparto di Pediatria dove era ricoverato Matteo non sanno come spiegare l’accaduto, “il bambino era clinicamente morto, il suo elettrocardiogramma era piatto, non so cosa dire, forse siamo davvero di fronte ad un miracolo”. Esperti di tutto il mondo provano a spiegare l’accaduto, la tesi più accreditata è quella del dottor Augusto Bernarducci che ha così tolto ogni dubbio. Ciò che è accaduto è quello che in medicina viene chiamato “Lazarus Effect”, ovvero il  fenomeno per il quale una persona dichiarata clinicamente morta torna in vita diverse ore dopo.

Detto in questi termini sembra un qualcosa di impensabile; eppure l’effetto Lazzaro esiste e ne sono stati documentati centinaia di casi in tutto il mondo. Il termine venne coniato nel 1993; ma i primi casi sono riportati diversi anni prima: nel 1977 la dottoressa Later Deathy dichiarò di essere morta e tornata in vita per 3 volte. Anche in questo secolo i casi riportati dalla letteratura medica sono molti, alcuni dei quali decisamente inquietanti; nel 2007 un uomo venezuelano dichiarato morto si è svegliato durante l’autopsia e nel 2012 un bambino nato prematuro e dichiarato morto viene messo nella cella frigorifera dell’obitorio dove è stato ritrovato vivo 10 ore dopo. Sono molti altri gli scenari in cui una persona, o addirittura un animale, dichiarato e apparentemente morto, ritorna improvvisamente in vita senza. Si tratta di un anomalia del sistema di generazione dell’impulso elettrico. Nel nostro cuore infatti esiste un particolare pacemaker, il nodo seno atriale, che è un vero e proprio generatore di impulsi elettrici, ed è lui che genera le scosse eletriche che fanno battere il nostro cuore, con una frequenza di circa 70 scariche al minuto. Nel momento in cui le cellule del nodo seno atriale vengono disturbate da un fattore eziologico esterno, vanno in stand-by, riducendo la frequenza di scarica a circa un battito ogni due ore, portando il paziende in uno stato di coma profondo, e inducendo il medico legale in errore, ovvero costatarne il decesso. Dopo qualche giorno il battito cardiaco ritorna regolare e il paziente si sveglia dal suo sonno.

Siamo a conoscenza del presunto disclaimer in cui Giornale Italiano si trincera dietro la foglia di fico della “satira” per subissarci con le sue creazioni, ma vorremmo sapere sinceramente cosa ci di satirico nell’inventarsi la morte di un bambino, sia pur seguita da una improvvisa “resurrezione” per attirare qualche click in più e cosa ci sia di profondamente sbagliato in chi confonde coscientemente la vera satira con della clickbait a poco prezzo che non guarda neppure in faccia i sentimenti più umani.

Ancora una volta in questa creazione compaiono elementi di risulta di altre bufale, come la dottoressa Later Deathy (traduzione modificata later death, “morte tardiva”), presa di peso da un intero paragrafo riciclato dalla bufala del bolognese uscito dalla tomba per aggredire il prete.

A rendere la beffa particolarmente disgustosa l’uso della foto prelevata da un articolo funerale del piccolo Jacopo Z., morto all’Ospedale di Taranto lo scorso febbraio, e la cui effigie è stata usata per vandalizzarne la memoria a scopo di viralità.

Ma, naturalmente, “è solo satira”…

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