Ci segnalano un articolo pubblicato il 23 Marzo 2017 su Il Giornale Italiano:
Si sono intrufolati nel cuore della notte all’interno della Chiesa madre con l’obiettivo di rubare le offerte dei fedeli, ma, una volta dentro, non si sono limitati a questo, stavano portando via gli oggetti sacri, gli abiti del sacerdote e l’impianto di microfonazione della cattedrale. Dagli ambienti della chiesa, sino alla sacrestia, hanno lasciato segni evidenti del loro passaggio, arraffando tutto quello che era possibile. Bibbie, sedie, organo.
E’ andata male però ai due malfattori, entrambi 25enni rumeni e volti già noti alle forze dell’ordine, a causa del troppo baccano hanno svegliato il parroco che dormiva nei piani superiori della canonica, luogo in cui alloggia.
Erano da poco passate le 23 quando, don Carmelo, Sacerdote originario di Catania, sente strani rumori provenire dai locali della sacrestia, insospettitosi capisce che qualcosa di strano stava accadendo…
“Ho subito capito che c’era qualcuno, ho visto due sagome che stavano portando via offerte e oggetti sacri, così non ci ho pensato due volte, mi sono lanciato sul primo e l’ho atterrato con due pugni in pieno volto, il secondo individuo mi ha attaccato alle spalle, ma sono riuscito a liberarmi e dopo una violenta scazzottata sono riuscito ad avere la meglio, Dio era con me, mi ha dato la forza di proteggere la mia Parrocchia“.
L’episodio è accaduto questa notte a Monza all’interno della Chiesa Apostolica situata al centro della piazza principale, cuore del centro storico della cittadina. I due ladri sono entrati in azione intorno alle 23 quando hanno forzato una porta d’accesso laterale. Una volta dentro la chiesa deserta hanno cominciato a far danni, distruggendo tutto ciò che vedevano. Hanno buttato per terra e rovesciato le panche dove si accomodano i fedeli, e strappato via gli arredi della chiesa e della sacrestia, tra cui i candelabri e l’organo, per poi caricarli sul loro furgone. Hanno svuotato tavoli e inginocchiatoi della sagrestia, come pure l’armadio che conservava gli arredi sacri e i paramenti sacerdotali che sono stati sritrovati all’interno del mezzo con cui poi si sarebbero dati alla fuga.
Grazie al coraggio e la determinazione del sacerdote i due malviventi sono stati consegnati alla giustizia e nulla è stato portato via dalla Parrocchia.
Abbiamo già parlato in precedenza della gettonatissima bufala del giustiziere, realizzata appositamente secondo un canovaccio che vede un improvvisato supereroe difendere una proprietà, una persona indifesa o semplicemente farsi giustizia per un tentato sopruso. Senza negare – nella maniera più assoluta – la realtà dei furti all’interno delle chiese o a danno di anziani, gli atti di vandalismo e i continui saccheggi di beni privati e non, in questo caso dobbiamo parlare di bufala. La notizia non ha riscontri sul web né altrove, e a dare conferma sull’invenzione dell’articolo preso in esame troviamo la descrizione del sito contenuta nella scheda Informazioni:
Il “Giornale italiano” non è una testata giornalistica, e non viene aggiornato quotidianamente. Alcune delle notizie riportate potrebbero essere inesatte o inventate a scopo satirico, per far riflettere o semplicemente per divertire.
Finché avremo voce e forza noi ribadiremo che la satira è ben altro. Un articolo satirico deve far ridere già dal titolo e possibilmente dall’occhiello. Non è questo il caso, perché con un titolo del genere nessun sorriso compare, nessuna risata esplode.
C’è da aggiungere che l’immagine posta in copertina è presa da una vera notizia di atti di vandalismo. Nell’Ottobre 2016, infatti, Vittorio Verardo e Roby Tonti, 25enni, venivano ripresi dalle telecamere di videosorveglianza mentre devastavano gli interni della Chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Presicce (Lecce). Nessun massacro da parte del parroco, perché i vandali venivano arrestati dai Carabinieri. La notizia è riportata su Il Paese Nuovo e Corriere Salentino.
Bufala, semplicemente. Nascosta dietro il maldestro dito di una satira che satira non è, riformulata da un vecchio fatto di cronaca. Nessuna giustizia fai-da-te, nessun ladro romeno messo alla fuga. E no, Monza non è stata teatro della vicenda. Eravamo in provincia di Lecce e i due vandali erano italiani, catturati dai Carabinieri e in attesa di giudizio.
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