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BUFALA Milano: compra le scarpe dai cinesi per risparmiare, la paga carissima – bufale.net

Ci segnalano il seguente articolo, a firma il mAssaggero:

In tempi di crisi, le spese che prima erano considerate quasi alla portata di tutti, sono adesso diventate un lusso per pochi. Dalla pizza al ristorante alle scarpe per lavorare, molti italiani sono costretti a scegliere marchi e negozi di seconda o infima scelta per fare i propri acquisti.

Allo stesso tempo, il nascere di negozi di origine non italiana, spesso gestiti da cinesi o da chi per conto loro, ha portato sul mercato prodotti di dubbia qualità, che oltre a risultare di scarsa qualità e di pessimo gusto, possono costituire un serio rischio per la salute di tutti noi.

Marco Carollo, milanese di origini siciliane, si è recato presso uno di questi negozietti etnici per comprare un paio di scarpe per il suo nuovo lavoro presso un ristorante per il quale lavorava occasionalmente.

Non potendosi permettere un paio di scarpe firmate ha dovuto optare per un prodotto cinese, all’apparenza normale ma che avrebbe finito per costringere Marco a pagare un prezzo molto più alto.

Dopo solo qualche ora di utilizzo, Marco ha cominciato ad accusare uno strano dolore agli arti inferiori. Trovandosi in pieno servizio non ha potuto fermarsi per controllare. Dopo il turno, tuttavia, il dolore si era fatto quasi insopportabile.

I piedi di Marco erano ricoperti di ustioni su tutta la superficie e dopo qualche giorno i piedi si erano completamente incancreniti. Adesso Marco non potrà camminare più e rischia di dovere amputare i piedi.

Ancora una volta, la crisi miete una vittima colpevole di non essere facoltosa.

Ovviamente, la notizia è una bufala.

Ovviamente, viene usata una variante del canovaccio vagamente xenofobo imbastito in altre occasioni , che  sintetizzeremo nella sua variante

X è un soggetto italiano appositamente immaginato per suscitare empatia e simpatia, un soggetto debole per eccellenza piagato dalle difficoltà del lettore medio. X  si rivolge ad uno straniero, Y, il quale invece profitta delle sue difficoltà in modo descritto come odioso e cagiona a X un grave ed irreversibile danno del quale le autorità tacciono e, anzi, se ne rendono complici favorendo “lo straniero” in favore dell’italiano povero e l’unica speranza di catarsi sa nelle condivisioni viralizzate del popolo della rete, onerate del compito di condividere e “far sapere”.

Il Marco Carollo descritto nella foto infatti  non è mai esistito. Sarebbe bastato scaricare la foto, che vi riportiamo di seguito, per visualizzarne il nome esplicativo e che l’anonimo bufalaro  non si è neppure peritato di cambiare

La foto infatti  è titolata “ecsimgproteus-syndrom-3530022407704700538-1024×535”, e ritrae Jeffrey Ortega, sofferente della Sindrome di Proteo, una malattia rara che provoca la crescita incontrollata di diversi tessuti  (nonostante  ad oggi ci siano 200 persone, di cui 120 circa  viventi al mondo diagnosticate con la Sindrome,  nessuna di loro è stata affetta nello stesso modo e negli stessi tessuti) e la  formazione di masse tumorali.

La malattia, immortalata  dal cinema nel film Elefant Man, raffigurante  la vita di Joseph Carey Merrick, il più famoso sofferente  della malattia (sconosciuta e priva anche all’epoca della sua morte: campioni di DNA identificarono la debilitante malattia che l’aveva debilitato e sfigurato provocandone la morte nella Sindrome di Proteo solo nel 1983) si ritiene essere di origine genetica, ed è ad oggi difficilissima da curare e gestire.

Lo stesso Ortega, nell’articolo citato  (tradotto quasi testualmente da leggilo.org) si lamenta dei gravi dolori e disagi che la sua condizione gli ha cagionato e delle difficoltà di  gestire le sue deformità (la foto coinvolge solo i suoi piedi, colpiti a tal punto da costringerlo a chiederne l’amputazione, ma in realtà la sindrome ha anche intaccato le sue mani, come dimostrano le sue dita nodose e contorte, ancorché non al livello in cui ha devastato i suoi piedi).

Purtroppo le sue foto sono state notate dagli autori di bufale virali, e riciclate per inventare la storiella di “Marco Carollo”  apparsa su  Leggila  (ovvia parodia di Leggilo), il Quotidaino   e  Socialnotixweb.

Possiamo quindi affermare che la notizia  è, a tutti gli effetti una bufala e, se non altro per rispetto per il dolore di Ortega, ne andrebbe interrotta ogni condivisione.

 

 

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