Nessuna meraviglia se oggi ci ritroviamo a parlare di Gratta e Vinci e, ancora una volta, della pagina di Di Majo. La veraggente è una strana bestia: basta cambiare pochi dettagli della stessa bufala, e ci riabboccherà come il primo giorno.
Mi trovo all’interno del primo istituto scolastico in cui abbiamo attivato i primissimi distributori di Gratta e Vinci (con tagli inferiori ai 5 €).
Il bambino della foto, Alessio, ha appena vinto 10 € semplicemente grattando un Gratta e Vinci da 1 €.
Siamo però convinti che il gioco dovesse essere responsabile, pertanto ribadiamo la nostra proposta di utilizzare i proventi per le opere di manutenzione all’interno delle scuole, in modo che il gioco potrebbe essere produttivo e coinvolgente per gli stessi studenti, che pertanto vedessero ristrutturato l’istituto scolastico anche grazie a loro stessi.
#avanticosì
#governodelcambiamento
La struttura è la stessa della bufala che abbiamo già affrontato il primo ottobre, e di tutte quelle relative alla pagina fake Luigi di Majo in archivio: si prende una foto di Luigi di Maio, Ministro del Lavoro, con dei bambini, si inventa una storiella basata sui canovacci politici del momento e la si presenta nel modo più indinniato ed indinniante possibile.
In questo caso, il bau bau di turno nasce dei Gratta e Vinci, #speseimmorali per eccellenza ancora prima che si appurasse che, di fatto, sono le uniche #speseimmorali certificate come tali, deprecati proprio dalla maggioranza del Movimento 5 Stelle è che Di Majo (riconoscibile dalla J al posto della i) invece propone come misura necessaria ed anzi, come bene da rivendere ai bambini come strumento per l’edilizia scolastica (altro cavallo di battaglia della cronaca moderna, date le recentissime contestazioni al Governo provenienti dagli studenti).
Lo scopo del presunto “dimaioparodypage” più che la parodia sembra essere soffiare sul fuoco dell’indinniazione popolare: i commenti dimostrano che l’effetto è stato raggiunto, ed i commenti della pagina sono spesso congregazioni di persone che, convinte che “ciò che hanno letto su Internet sia vero”, interagiscono con un iperattivo “Di Majo” rivolgendo strali a Luigi di Maio.
Dicemmo l’altra volta, e confermiamo ancora adesso
Parliamo di bufala, quindi, perché pur trattandosi di satira è bene far notare a un importante numero di lettori che il post – condiviso da quasi 1000 utenti – non è stato scritto da Luigi di Maio, bensì appartiene a una pagina fake che porta il nome di Luigi di Majo.
Cercate di tenerlo bene a mente.
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