Precisiamo: può capitare che un quotidiano riporti una voce di fondo. Un pettegolezzo, un rumor, o una indiscrezione, riservandosi comunque di ritornare sull’argomento.
Come nel caso della notizia Il piano studiato da Roma: in Libia fino a 900 soldati, inizialmente riportata dal Corriere della Sera nella giornata di ieri:
Secondo gli ultimi piani operativi messi a punto dal nostro governo un contingente militare da impiegare in Libia, con funzioni di protezione di alcuni siti sensibili (compresi i pozzi petroliferi) e con funzioni di addestramento dell’esercito locale, dovrebbe avere una dimensione numerica di alcune centinaia di uomini, fra le 600 e le 900 unità, dicono le ultime previsioni.
In mattinata però già Adnkronos batteva smentita:
L’Italia non invierà novecento militari in Libia. A smentire l’indiscrezione pubblicata oggi sul ‘Corriere della sera’ è lo Stato maggiore della Difesa, per il quale “la notizia è priva di qualsiasi fondamento”.
E una smentita arriva anche da fonti di governo per le quali la notizia sarebbe ‘destituita di ogni fondamento, come peraltro si poteva facilmente evincere dal punto stampa del presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine della riunione del Quint ieri a Hannover’. Nessuna offerta, dunque, a fronte di nessuna richiesta, sottolineano le stesse fonti.
Smentita che, correttamente, in giornata il Corriere¢ della Sera ha riportato:
Il governo ha smentito di aver offerto l’invio di 900 soldati in Libia, come sostenuto oggi da alcuni organi di informazione. «Si tratta di una notizia destituita di ogni fondamento, come peraltro si poteva facilmente evincere dal punto stampa del Presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine della riunione del Quint di lunedì 25 aprile a Hannover», ha detto una fonte di governo. E anche per lo Stato maggiore della Difesa «la notizia è destituita di fondamento». Matteo Renzi, a Hannover, ha dichiarato che l’Italia, insieme a Usa, Germania, Gran Bretagna e Francia, è pronta a dare «pieno sostegno» al governo di unità nazionale in Libia, ma dovrà essere l’esecutivo di Fayez Serraj a chiederlo. E ancora: «Tutti insieme dobbiamo fare di tutto perché lo sforzo del governo libico abbia successo, tutte le iniziative che si vorranno prendere di sostegno e di supporto dovranno essere richieste dal governo Serraj medesimo».
Il problema è che, come notiamo purtroppo sin troppo spesso, quando la smentita è meno intrigante della notizia originaria, il popolo della Rete preferisce continuare a condividere la prima, anche contro le intenzioni della testata che l’ha inizialmente rilasciata.
Al momento della stesura di questo articolo (primo pomeriggio del 26.04) infatti il primo articolo ha 287 condivisioni su Facebook (direttamente dal quotidiano online, escludendo quindi le ricondivisioni su Facebook), la smentita Adnkronos 15 e la smentita del CorSera… 0.
Rileviamo quindi con rammarico la scelta dell’utente medio di cliccare notizie vecchie ed obsolete senza premurarsi di vagliare la presenza di eventuali smentite… anche della parte che le ha proposte.
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