A volte ritornano delle vecchie bufale. Bufale precedenti l’avvento di Internet e legate alle Leggende Metropolitane perlopiù. Ma a volte, ancora precedenti, come questa:
La prima traccia storica di questa bufala appare già nel 1836, ben prima delle Urban Legends, nel testo Raccolta completa delle opere mediche: con note aggiunte ed emende tipografiche di Giacomo Tommasini, che a pagina 20 ricorda come:
Male a proposito, alcini hanno veduto nella Sovrana Ordinanza del 1824 una prova della contrarietà di quel Pontefice per la pratica della vaccinazione. A noi invece ben altro sembra essere stato il pensiero del Principe nel dettare quelle misurem, e che dessi s’ingannino d’assai. Il che viene provato nel modo il più evidene dal vedere che egli, revocando tutte le discipline portate dall’Editto 20 Giougno 1822 volle per altro che ai Medici e Chirurgi condotti rimanesse fermo l’obbligo di amminsitrare gratuitamente la Vaccinazione.
Abbiamo quindi un quadro ben diverso, di cui nell’ormai lontano 2007 si era occupato il blog Berlicche: riassumendo e semplificando, ricordiamo come i vari movimenti antivaccini che rendono la vaccinazione, presidio sanitario utile per la difesa da innumerevoli malattie con conseguenze anche gravissime non è certo invenzione recente, anzi, nei primi anni della vaccinazione, quando la stessa era una pratica ancora embrionale e non provata dallo scorrere del tempo era ancora più forte.
Ancora il Guareschi riporta, nei suoi scritti degli anni ’50, la presenza nella sua infanzia di processioni di madri che si professavano terrorizzate dalla vaccinazione obbligatoria e per questo inclini a protestare per la loro somministrazione: nessuna sorpresa quindi che un simile fenomeno, ancor vivo nell’anteguerra rurale Italiano, fosse presente nel Vaticano dei primi dell’Ottocento.
Cita infatti il Berlicche dalla storia del Comune di Anzola (Bo):
Uno degli sforzi maggiori in campo sanitari fu rivolto a cambattere l’infezione del vaiolo.(…) Questo compito era di assai difficile attuazione, soprattutto a causa dello scetticismo della popolazione nei confronti della vaccinazione; di fronte all’ alta mortalità infantile i genitori arrivavano ad attribuirne addirittura la responsabilità al vaccino, invece che considerarlo un deterrente.
Le autorità tuttavia non si arresero mai e continuarono in tutti i modi a sollecitare la salutare pratica delle vaccinazioni annuali, anche durante il periodo del governo pontificio. I risultati furono del tutto discontinui: si ebbe una punta massima di 436 vaccinati nel 1823 (sotto Leone XII, NdR), mentre negli anni successivi la media fu di 75-80 inoculazioni all’anno, con di nuovo una punta di 181 vaccinati nel 1850.
Il quadro è dunque evidente: abbiamo inizialmente Pio VII (1800-1823) che istituisce la vaccinazione obbligatoria, riducendo gli influssi nocivi del Vaiolo nella popolazione ma riscontrando panico e disapprovazione della popolazione.
Di seguito Leone XII (1823-1829), riscontrando i timori ed il panico della popolazione, decide di “scendervi a patti” rimuovendo l’obbligo ma tentando altre misure per favorire la vaccinazione, come ad esempio la gratuità per tutti coloro che ne facessero richiesta.
Il che è diverso dall’impedire i vaccini, ed è diverso dal dichiararne la peccaminosità: infatti l’asserzione al riguardo risulta essere apocrifa, ed impossibile è trovarne fonte primaria.
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