Ci segnalano i nostri contatti un’immagine macro che sta girando in questi giorni per la blogosfera. L’immagine è questa, e ritrae un’affermazione decisamente fuori carattere, sia per la forma che per i contenuti, attribuita all’Eurodeputato ed ex Ministro Cecile Kyenge.
Se l’affermazione vi sembra decisamente fuori personaggio, anche solo per l’incerta grammatica tipica dei “memes” più che di discorsi ufficiali, è perché, di fatto non esiste.
La Kyenge non ha mai proferito simili affermazioni, e questa macro si unisce alle numerose iterazioni di bufale aventi come protagonista l’ex ministro, bersaglio ideale di bufale a sfondo razzista/etnico destinate ad una grande diffusione.
Dopo la Kyenge novello Grinch che cerca di rubare il Natale, la Kyenge che difende il presunto “diritto al furto” dei nomadi, quest’ultima bufala vede la stessa associata a frasi scioccanti e scandalose, ma del tutto irreali.
Il riferimento temporale a sua volta è in un caso di disinformazione, affrontato però dai colleghi di Next Quotidiano che il condivisore di turno ha semplicemente “ritoccato” per renderla all’apparenza nuova e vera.
Siamo inanzi all’omicidio di Cara di Mineo, e la dichiarazione reale della Kyenge è questa:
Mi dispiace per le persone morte e anche per la famiglia, mi dispiace per quello che è successo, ma oggi se c’è un messaggio che noi politici dobbiamo far passare alla popolazione che ci ascolta è che il crimine non può essere etnicizzato. In questo momento è chiaro che la morte di due persone care è una brutta cosa e di fronte a questo fatto faccio le mie condoglianze alla famiglia delle vittime. Ma al di là del dolore il mio impegno politico è quello di far capire alla popolazione che ogni persona risponde delle sue responsabilità che non può essere generalizzata a una comunità o a una categoria di persone. Chiunque delinque deve rispondere davanti alla legge, che sia italiano o straniero. La responsabilità di un atto criminale riguarda la persona. Dobbiamo quindi uscire da questa polemica e da questa strumentalizzazione per dare risposte che non possono essere quelle di governare l’immigrazione facendo paura alla popolazione
Il discorso è del tutto sensato. La responsabilità penale, come ricorda la Costituzione, è individuale.
Ed il rischio evidenziato da simili memes è proprio quello di far passare una tragedia sotto silenzio o, peggio, travisarla in memes e bufale per guadagnare clic facili al prezzo di scatenare inutili pogrom su radice etnico-razziale.
Siamo di fronte ad un cittadino ivoriano che compie azioni deprecabili: possiamo ritenere che tutti i cittadini Ivoriani siano correi dello stesso? Lo scrivente ritiene di no.
Possiamo ritenere tutta la Costa d’Avorio correa delle azioni di un suo cittadino? Neppure questo.
Possiamo, e dobbiamo, esigere che il colpevole individuato subisca le dure sanzioni previste dalla legge: non possiamo creare un clima di caccia alle streghe prendendocela con tutti tranne che l’effettivo colpevole.
Tali comprensibili affermazioni hanno provocato una sorta di “telefono senza fili” della bufala, le cui iterazioni sono state rispettivamente quella indicata da Next Quotidiano, ovvero “La Kyenge sta difendendo il profugo assassino”, e, infine, quella pervenuta a noi, dove la “presunta difesa” si arricchisce di un victim blaming incompatibile persino col movente accertato dell’omicidio (furto in appartamento, infatti).
Vi preghiamo dunque di stare attenti a cosa ricondividete.
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