BUFALA Immigrati in hotel di lusso, Italiani homeless a Siena – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti il seguente articolo, relativo alle condizioni della comunità senza tetto senese, con paragoni (non scevri di richiami a bufale di cui ci siamo già occupati, come vedremo), alla condizione della popolazione migrante.
Si infittisce la mappa dell’emergenza abitativa “due pesi e due misure”. Questa volta l’assurdo ha dimora aSiena, dove capita che i profughi siano ospitati in una lussuosa struttura, mentre isenesi in difficoltà costretti a dormire alla stazione, come denuncia la sezione locale della Lega Nord. Proprio così, il Comune di Siena ha deciso di alloggiare presunti profughi nella struttura di pregio di proprietà della Fondazione Monastero, sulle colline toscane. Oltre al vitto e l’alloggio, ai clandestini spettano anche 40 euro di diaria. Bel gesto? Mica tanto. Peccato che nel frattempo, in città, ci sia l’inferno per tanti italiani.
Salta innanzitutto chiaramente all’occhio la presenze di una vecchia bufala di cui ci siamo occupati più volte, ovvero la bufala dei 35-40 euro asseritamente ammaniti agli immigrati.
Denaro che, come abbiamo affrontato, invece è una stima di quanto viene speso dei fondi, elargiti dall’Unione Europea allo scopo, per garantire ad ogni richiedente asilo un tetto, del cibo, coperte ed il minimo per la sussistenza. Denaro che, inoltre, come abbiamo già in passato dimostrato, può, in assenza di strutture ricettive pronte essere usato
al fine di acquisire l’eventuale disponibilità di strutture ricettive di modeste dimensioni e di categoria medio-bassa, non mancando, al riguardo, di sottolineare come la corresponsione pro-capite di 35 euro al giorno potrebbe compensare gli operatori del settore della stagione turistica non particolarmente brillante
Abbiamo già più volte esaminato la futilità degli spesso derisivi richiami alla qualifica di presunto applicata alla parola profugo, in quanto sovente vengono confusi, colposamente o dolosamente , gli istituti dello status di profugo e della protezione umanitaria, e per entrambi si omette di dire che non è certo una decisione arbitraria ed ignota al pubblico generale a garantire gli eventuali benefici del caso, ma entrambi gli status vengono richiesti con un procedimento complesso, dettagliato per i curiosi in perite sinossi giuridiche, dottrinarie e pratiche sul sito del Ministero dell’Interno.
Appurato quindi che:
- Non esiste alcuna diaria di 35 euro
- Non esiste alcun “presunto profugo”, ma solo individui che si applicano per gli status di profugo e protezione umanitaria
- Non esiste alcun “hotel di lusso”, ma strutture ricettive altrimenti inutilizzate che vengono compensate con fondi Europei vincolati allo scopo
Resta da analizzare come, anche al netto di queste ingenuità, la comparazione tra gli immigrati ed i poveri nostrani sia un grave difetto di correlazione, se non uno strumento di captatio benevolentiae perché il generale sentimento per i poveri impedisca di soffermarsi sulla fallacia dianzi evidenziata.
Proprio perché gestita con fondi di provenienza europea e vincolata, l’immigrazione non fa parte di una “coperta corta”: se semplicemente domani l’Italia decidesse, esponendosi a sanzioni e rinnegando ogni principio di umanità, di rigettare l’aiuto all’esule ed al perseguitato lasciandoli morire alle nostre coste, semplicemente non potremmo impossessarci dei “35 euro” ormai divenuti da bufala che erano una mitologia vera e propria per destinarli ai “poveri nostrani”, ma avremmo a disposizione le stesse risorse che abbiamo.
Inoltre, comparare le due cose è un difetto di correlazione, come dicevamo. Ricorreremo ad un esempio per spiegarlo meglio.
Ipotizzate che, all’indomani di una raccolta di fondi in favore dei malati di HIV, un quotidiano o un portale tuoni contro l’iniziativa, comparando i malati di HIV ai malati di SLA o ai pazienti oncologici deducendo che “Sì, è un bel gesto aiutare i malati di HIV, ma intanto c’è l’inferno per i malati oncologici”.
Probabilmente non vi soffermereste più di tanto, ritenendo che il prestare aiuto ai malati di HIV non vi impedirebbe in futuro, né vi impedisce ora, a dire il vero, di aiutare i malati oncologici.
Così è nel caso di specie: la correlazione si presenta capziosa e tendenziosa, costruita ad arte per insinuare una inesistente contrapposizione tra povertà diverse.
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