Come avete potuto notare sin dal titolo, questa bufala, coscientemente o meno, imita quel linguaggio ruffiano, sgrammaticato e rancoroso, forse per limite dello scrittore o forse come estrema forma di piaggeria e captatio benevolentiae verso quel tipo di pubblico che amiamo definire gli indinniati: leoni da tastiera, indignati d’accatto a malapena capaci di compitare un pensiero in un italiano grossomodo corretto, che non si lasciano scoraggiare dai loro limiti mentali nel vomitare violenza e rabbia
Era stato sorpreso a rubare nella notte in un noto supermercato, l’allarme collegato alla centrale operativa dell’istituto di Vigilanza aveva fatto arrivare in pochissimi minuti una Guardia Giurata sul posto, i Carabinieri allertati dal proprietario erano già per strada.
Succede tutto in pochi attimi, la guardia giurata scende dal veicolo per controllare le porte, ma proprio da dietro la porta e quindi dall’interno due colpi lo raggiungono al torace freddandolo all’istante.
All’arrivo dei Carabinieri succede l’inverosimile, dall’interno del negozio arrivano altri colpi di pistola, i Carabinieri rispondono al fuoco ma uno di loro viene colpito alla testa morendo all’istante mentre l’altro arretra aspettando i rinforzi.
Il Malvivente guadagnando un’altra uscita di sicurezza sul retro riesce a scappare lasciando dietro di se un bottino di guerra.
Le ricerche sono attive da alcuni minuti dopo il misfatto ma dell’uomo nessuna traccia. Dalle telecamere si nota essere un uomo di colore e forse si sospetta che a rubare sia stato qualche immigrato per la fame.
Una bufala del giustiziere all’incontrario, un raccontino ricco di errori ortografici da matita blu che cerca di scimmiottare il linguaggio giornalistico e le scene dei racconti del genere action unendovi il peggio delle leggende metropolitane.
Quindi in un posto anonimo un uomo di colore anonimo, che una fonte dall’attendibilità pari al cugino della nota canzone di Elio e le Storie Tese decreta sia un “immigrato per la fame” (qualsiasi cosa ciò voglia dire) si produce in gesta degne del più sgangherato poliziottesco tra sparatorie, omicidi e pallottole magiche che “uccidono all’istante” il “Guardia Giurata e Carabiniere” del titolo.
E poco importa che l’evento non si sia mai consumato, che la foto sia riciclata dalla cronaca di una sparatoria a Miano dello scorso maggio.
Basta un canovaccio malamente imbastito per attizzare la sete di violenza ed il razzismo innato negli indinniati da tastiera.
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