BUFALA Il virus del morbillo diffuso alla Casa delle Farfalle di Siracusa
Una delle tante Catene di Sant’Antonio sono quelle pericolose per la reputazione di un’azienda, un luogo o un’iniziativa. Precedenti casi avevano creato un reale danno economico alle aziende, trovatesi al centro di false informazioni veicolate attraverso messaggi virali su WhatsApp da utenti (spesso genitori preoccupati per la salute dei propri figli) che preferivano obbedire passivamente al comando “fai girare” anziché accertarsi sull’attendibilità del messaggio ricevuto.
Dalla mattina della giornata di oggi, 16 aprile 2018, è esplosa una catena virale che interessava la Casa delle Farfalle di Siracusa, struttura che consente di osservare centinaia di farfalle tropicali. Il messaggio totalmente infondato avvertiva circa la diffusione del virus del morbillo. Come comunica Optimaitalia, la bufala riportava che proprio al suo interno si fosse sviluppato un focolaio dell’infezione.
Per smentire tale falsità, oltre alle testate ufficiali, si è dovuta scomodare la stessa amministrazione della struttura con un comunicato pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale:
Lo sdegno per la facilità di diffusione della bufala è espresso anche in un articolo del sito Archimete Pitacorico:
Superstizione, fanatismo, ignoranza, dolo. Cosa spinge a fare girare nelle chat WhatsApp dei genitori, il sospetto che l’epidemia di morbillo si starebbe diffondendo a causa della mostra delle farfalle di Siracusa?
È inquietante solo pensare che un genitore, abbia scientemente pensato a questa cazzata e abbia deciso di condividerla. È sconvolgente come la cazzata sia diventata, questa sì, virale e si sia trasmessa così velocemente da arrivare anche a me, che genitore non sono.
Viviamo un periodo buio, gretto e meschino, dove la cultura dominante è diventata quella del sospetto. Superstizione, fanatismo, ignoranza, dolo, stanno diventando i punti cardinali di un anti-sistema che solo a vederlo così, fa più paura e mette più angoscia del peggior sistema che vorrebbe sovvertire.
Il messaggio su WhatsApp termina con un laconico: non so che fondamento abbia, ma tutto è possibile. Ecco, se tutto è possibile, io spero che siano i ragazzi a salvarci da questa deriva. In quel sussidiario, per fortuna, c’è già scritto tanto, ci sono i codici per comprendere e per stare al mondo senza paure, basta farlo vedere a papà e mamma e dirgli: farfalle? Morbillo? Ma che cazzo state condividendo… ma leggetevi il sussidiario va…
Si ritiene chiaro che il messaggio si sia diffuso a seguito della psicosi da morbillo per un certo numero di casi registratisi a Catania.
Come sempre, il nostro consiglio è chiedere a chi vi invia la Catena i dovuti approfondimenti sul caso riportato e, soprattutto, le fonti. In assenza di tali elementi evitate di diffondere ulteriormente il messaggio: siate consapevoli che potreste contribuire a un moto di disinformazione che potrebbe danneggiare i soggetti interessati.
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