Piccole modifiche dello stesso contenuto virale che consentono a bufale ormai arcaiche di tornare in vita e disseminarsi nella Rete con la stessa forza che avevano in origine.
Torna così in auge la bufala del gatto ucciso dai migranti e crocefisso in spregio alla religione cattolica
Queste sono le persone che dovremmo aiutare e dare ospitalità in alberghi secondo Renzi. Io penso che sti politici dovrebbero farsi un esame di coscienza visto che in Italia fanno entrare cannibali.
Bufala che noi avevamo modo di affrontare, in una sua versione ambientata nel Ragusano, nel lontano 2014 e che Giornalettismo aveva già esaminato in passato, rivelando le origini in una foto rilanciata da un sito ghanese.
Peccato non fosse vero, non è vero al punto che quelli nella foto sono cristiani ghanesi impegnati in una guerra al randagio infestante (secondo loro) a casa loro. Per non dire che il gatto per i musulmani è animale sacro perché caro al Profeta. Sono semmai i cristiani che spesso brutalizzano i felini, ai quali associano qualità diaboliche.
Nell’occasione della versione “2014” della bufala, dove la foto veniva descritta come una violenza effettuata da immigrati di fede islamica nel Ragusano, questo stesso portale trovò tracce della foto aventi come dati EXIF (la targa interna della foto) l’Angola del 2010, dato riportato per maggiori dettagli sul sito di debunking Danese Tosseanstalten
Nonché, in un sito facente capo al Ghana nel 2011, dove tale atto veniva decisamente condannato, precisando come la maggior parte della popolazione si dissociasse da tali atti e che comunque, qualora un islamico (comunque, sia in Ghana che in Angola, una minoranza) dovesse sopprimere un animale per un qualsiasi motivo lecito, ciò avverebbe comunque per giugulazione e senza inutili sofferenze e pantomime come quelle ritratte nella foto.
Sostanzialmente siamo ad una foto priva di contesto relativa ad un atto di bullismo compiuto durante una insensata guerra al randagio che se dal 2010 al 2012 è stata usata per condannare la violenza degli animali, ha avuto una nuova vita bufalara a partire dal settembre 2012, dove una nota pagina antislamica americana inventò per la prima volta la storia degli immigrati islamici che torturano gatti, nel caso costruendo dal nulla la storia di un corteo di protesta contro un non meglio precisato “film anti-Islamico”.
Riepilogando la storia della foto:
1. Compare nel 2010 fino al 2012 su vari siti Ghanesi dove la popolazione condanna il gesto e chiede aiuto nell’identificare i perpetratori. Manca del tutto il sottotesto religioso-migratorio, vi sono solo forti segnali di indignazione delle comunità animaliste locali, con anzi richiami al fatto che il turpe atto offende sia la morale che il senso religioso generale
2. Nel 2012 un sito americano introduce la bufala dei “musulmani che protestano contro un film anti-Islamico”
3. Nel 2013 l’Italia entra nella competizione descrivendo i fotografati come “Immigrati a Ragusa”
4. Nel 2016 la foto torna in auge come generico “monito contro l’immigrazione”: monito di dubbio fondamento dato che il numero di migranti nella foto è pari a zero
Quale destino avrà la prossima volta questa foto?
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