BUFALA Il nuovo regolamento per i fotografi alla Camera che censura le riprese ai deputati – bufale.net
Sta girando sui vostri schermi in questi giorni, ed è stata rilanciata da diversi quotidiani nazionali una notizia preoccupante.
Parrebbe, a sentire la Rete, che in questi giorni sia stato approvato un nuovo regolamento per i giornalisti inviati alla Camera in senso restrittivo. Ancora oggi portali come Zon.it riportano:
La riporta il Fatto Quotidiano, questa notizia che avremmo preferito non ricevere, questa del nuovo regolamento della Camera dei Deputati. Con una stretta di vite è stato proibito ai giornalisti di diffondere le immagini – foto o video – dei deputati che giocano o che dormono in Aula mentre si lavora per gestire al meglio le sorti del nostro Paese.
Un colpo di spugna vergognoso al dovere e al diritto di cronaca degli operatori della comunicazione; una scelta che preoccupa fortemente in questo periodo di preparazione ad un referendum di modifica costituzionale che assottiglierà il numero dei nostri rappresentanti (fermi restando compensi astronomici e vitalizi faraonici)…
Ora, se anche il referendum andrà in porto, i parlamentari saranno in pochi e in santa pace.camera dei deputatiNon solo riprenderli mentre dormono durante i lavori non sarà più lecito, ma neanche si potrà più riprendere durante gli stacchi e le pause tra una seduta e l’altra né durante le sospensioni di seduta.
Una sconfitta anche del Movimento 5 Stelle che, sia detto chiaramente, ha fatto della proiezione dei lavori segreti delle stanze dei bottoni un vessillo vincente.
Un bavaglio? Un caso di censura?
No, un errore: uno di quei molti casi in cui una notizia inizialmente erronea viene subitaneamente smentita ma, grazie alla sua spinta virale, sopravvive alla smentita stessa per sovrascriverla e vivere di nuova vita.
Già il 23.09 infatti la Camera rilanciava smentita
In merito ai recenti articoli di stampa, l’Ufficio Stampa della Camera dei deputati precisa che non c’è alcuna nuova disciplina in merito all’attività di foto e cineoperatori all’interno dell’aula di Montecitorio. Come è noto agli operatori dell’informazione che frequentano la Camera, esistono norme di condotta per tutti coloro che assistono alle sedute e, fin dal 2011, un codice di autoregolamentazione per fotografi e cineoperatori che è rimasto invariato ed è stato semplicemente risottoposto in questi giorni ai soggetti interessati in occasione dell’introduzione di una nuova modalità di accredito via internet per l’accesso alle tribune dell’aula.
Smentita di seguito apparsa come nota in calce a molti articoli e commenti, e esplicitata nel suo dettaglio da testate virtuose come diritto.it e ilPost.
Stefano Menichini, responsabile dell’Ufficio Stampa per la Camera, ha affidato a Twitter un commento sulla vicenda riportato da Il Post:
Una notizia che non lo è, una smentita citata ma ignorata, testate che copiano senza verificare. Poi dice che nessuno crede più ai giornali https://t.co/8uxkvVBw8U
— stefano menichini (@smenichini) September 23, 2016
Commento tranchant e rigido? Probabilmente, ma sia pur preferendo toni morbidi, lo stesso scrivente non può che far sue le riflessioni già espresse da IlPost e rilevare che uno dei motivi del continuare a diffondersi di questa bufala è che di fronte a titoli come: «Polemica sullo stop alle foto in Aula quando i politici dormono o giocano», «Foto rubate alla Camera: un nuovo caso sui divieti», «La Camera dei deputati vieta ai giornalisti di fotografare politici che dormono e giocano», un mero La notizia falsa del nuovo regolamento per i fotografi alla Camera sembra quasi passare grigio ed inosservato.
Fatto è che il codice di autoregolamentazione di fotografi e cineoperatori alla Camera è inalterato dal 2011, e quindi nessun nuovo divieto può essere stato introdotto in questi giorni.
E questo è il problema di molte smentite: se la notizia inizialmente rilasciata si palesa idonea, per scopo ed obiettivo, a suscitare viralità, il pubblico cancellerà mentalmente ogni smentita ed evento successivo in un complicato esperimento di rimozione che porterà un semplice errore rettificato a rivivere di nuova vita sotto le nuove vesti di una bufala.
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