Una teoria popolare sostiene che i personaggi delle storie di “Winnie-the-Pooh” rappresentino ciascuno un diverso disturbo mentale, anche se non era nell’intenzione dell’autore A.A. Milne.
In coincidenza con l’uscita del film Disney, “Christopher Robin”, i fan di Winnie the Pooh hanno conosciuto una teoria popolare che sostiene che i personaggi animali che popolano il Bosco dei Cento Acri furono create per rappresentare vari disturbi mentali.
Si tratta di una teoria tra tante, sempre sul mondo dello spettacolo. Una di esse racconta che i sette personaggi della sitcom Gilligan’s Island personificano i sette peccati capitali. Ancora, i cinque personaggi principali dello spettacolo animato per bambini Scooby-Doo sarebbero tutti basati su uno dei cinque collegi orientali. Ora nasce l’idea che personaggi come Eeyore, Rabbit, Piglet, Roo, e anche Pooh stesso, rappresentano vari disturbi mentali.
Si tratta di una interpretazione di fantasia.
Questa teoria fu divulgata per la prima volta, come ricorda Snopes, in un documento ironico pubblicato nel 2000, a più di 70 anni dopo la comparsa del primo libro di Winnie-the-Pooh, nel Canadian Medical Association Journal.
La BBC riportò all’epoca che l’intento principale del ricercatore e autore principale Sarah Shea era di “ricordare alle persone che chiunque può avere disturbi mentali”. L’introduzione allo studio notava anche che ai personaggi venivano diagnosticati diversi disturbi mentali da un “gruppo di moderni neurodivelopmentalisti”,
In superficie è un mondo innocente. Generazioni di lettori di Winnie-the-Pooh hanno goduto di questi racconti apparentemente benigni. Tuttavia, le prospettive cambiano col tempo, ed è chiaro al nostro gruppo di neurodevelopmentalisti moderni che queste sono in realtà storie di individui gravemente disturbati. Molti dei quali soddisfano i criteri del DSM-IV3 per disturbi significativi (Tabella 1).
Sebbene le osservazioni fatte da Shea e dalla sua squadra possano allinearsi ai moderni standard medici, il tono umoristico della carta chiarisce che queste conclusioni non sono state fatte con un intento serio.
Secondo i ricercatori, lo stesso Winnie-the-Pooh probabilmente soffre di “Shaken Bear Syndrome”, un gioco di parole sul termine medico “Shaken Baby Syndrome,” o SBS. Le sue successive lotte cognitive potrebbero essere il risultato della Sindrome.
iNews ha contattato Shea nel settembre 2017 per parlare del suo studio dopo l’uscita di Christopher Robin, di disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Shea ha ribadito che la sua intenzione era di prendere in giro la sua professione, e di non offrire un punto di vista medico sulla serie.
L’idea che Winnie-the-Pooh e i suoi amici della foresta immaginari soffrano di vari disturbi mentali si basa su osservazioni fatte più di 70 anni dopo la nascita di Pooh.
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