Quest’oggi ho ben pensato di effettuare un triplo salto mortale carpiato con avvitamento – in una vasca vuota, sia inteso – per cercare di portare chiarezza su di un’immagine, che ci è stata notificata proprio nelle ultime ore.
Ben conscia dell’argomento spinoso, mi limiterò prima di tutto a precisare l’errore iniziale, che sta alla base della scelta della fotografia stessa.
Volendo supporre che l’autore volesse riferirsi ai famosi F35 (visto che moltissimi commenti indignati li citavano), la cui utilità divide l’Italia da ormai parecchi anni, mi duole notificarvi che questi sono, invece, degli F-16 Fighting Falcon, a loro volta parte di uno schieramento Elephant Walk stanziato alla base aeronautica di Kunsan, in Corea del Sud, come d’altronde il seguente video potrà comprovare:
I più recenti F16, utilizzati in Italia, facevano parte di un programma conclusosi nel 2012 – tale Peace Caesar – che prevedeva il leasing dei suddetti da parte degli USA.
Ma passiamo, ora, alla vera nota dolente: indagare sul contenuto del testo e sulla sua veridicità, ben poco supportata da dati effettivi.
Per poter avere idea di quanto finora è stato stanziato per l’acquisto degli F35, vi invito a fare riferimento alle pagine 618 e 619 (segnate nel documento come 155 e 156) dello “Stato di previsione del Ministero della Difesa per l’anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018”, dove vengono dichiarati i costi del programma Joint Strike Fighter (JSF) (link al pdf: ) per un ammontare complessivo di 12,356 miliardi di euro.
Non essendo una maestra nelle tematiche delle infrastrutture, di rimando, ho dovuto penare un po’ di più, per poter anche solo provare a comprendere su per giù i costi preventivi delle stesse.
Trovo utile, in tal senso, il pdf dei
“Costi standardizzati per tipologie di opere pubbliche del Trentino Alto Adige“, aggiornati al 2014 grazie al quale possiamo comprendere quanto sia ottimistico il rapporto indicato dall’immagine in oggetto.
Solo dando un’occhiata ai preventivi per la costruzione di alcuni plessi ospedalieri, difatti, possiamo renderci conto come la spesa di ognuno di loro si aggiri in media sul miliardo di euro (es. progetto per il campus ospedaliero universitario di Padova, “Patavium”).Che sia poi assolutamente soggettivo il ritenere necessarie o meno le spese militari, sarà sempre una materia capace di scindere in due l’opinione pubblica e indubbiamente non è questa la sede atta a esacerbare tale disquisizione.
Tuttavia, confrontare i budget stanziati per tre diversi ministeri (Difesa vs. Infrastrutture e Sanità) è controproducente, soprattutto se lasciamo che ciò ci accechi e ci porti a ignorare gli enormi sprechi di quelli direttamente responsabili delle molteplici carenze denunciate.
Un po’ come prendersela con la Mediaset se l’ultima fiction Rai non v’è piaciuta, insomma.
A conti fatti, come al solito, si spaccia per informazione un lavoro grossolano e volto a fomentare allarmismi disinformativi, decontestualizzando il valore della denuncia e provocando smoderata – per non dire mal indirizzata – indignazione.