Sebastian e Francesco ci segnalano questo post pubblicato su Facebook:
ISLAM E GIAPPONE
di Artemisia Gentileschi
Possiamo imparare dal Saggio Giappone?( grazie a Raffaele Ferroni)
Ecco alcune leggi del Giappone
a – Il Giappone è l’unica nazione che non riconosce la cittadinanza ai musulmani.
b – In Giappone non viene rilasciata la residenza permanente ai musulmani.
c – Vi è un forte divieto di diffusione dell’Islam.
d- Nelle università non viene insegnato nell’arabo parlato e scritto ne l’islam nelle ore di teologia.
e – Non è possibile imporare il “CORANO” pubblicato in lingua araba.
f – Secondo i dati del governo, è stato dato il soggiorno temporaneo a due lakhs musulmani, che devono seguire le leggi dello stato. I musulmani devono saper parlare giapponese e svolgere i loro riti religiosi nelle loro casa.
g – Il Giappone è l’unico paese che ha un numero minimo di ambasciate dei paesi islamici.
h – I giapponesi non sono attratti dall’Islam e non comprendono la religione islamica
i – I musulmani che vivono in Giappone sono solo i dipendenti di società estere.
l – Le aziende giapponesi includono una politica restrittiva per le assunzioni.
m – Il governo giapponese è del parere che i musulmani sono fondamentalisti, e non sono disposti a cambiare le loro leggi islamiche anche nella attuale era della globalizzazione.
n – Controllo all’interno dei quartieri dove è presente un vicino musulmano.
o – Non sono permesse cellule politiche
p – Non è permessa nessuna legge personale (Sharia)
q – Secondo Mr. Komico Yagi, rettore del dipartimento dell’Università di Tokyo, “C’è una percezione in giapponese che l’Islam è una religione per menti molto strette, e si dovrebbe stare lontano da esso.”
FONTE – Università Seikei – Kanto
Il Giappone è un Paese laico.
La Costituzione giapponese, all’articolo 20, prevede la piena libertà religiosa.
Article 20:
Freedom of religion is guaranteed to all. No religious organization shall receive any privileges from the State, nor exercise any political authority. No person shall be compelled to take part in any religious act, celebration, rite or practice. The State and its organs shall refrain from religious education or any other religious activity.
Tradotto:
È garantita la libertà di religione. Nessuna organizzazione religiosa riceverà alcun privilegio da parte dello Stato e non potrà esercitare alcuna autorità politica. Nessuno può essere costretto a partecipare a qualsiasi atto, celebrazione, rito o pratica religiosa. Lo Stato e i suoi organi si astengono dall’educazione e da qualsiasi attività di tipo religiosa.
Da questo possiamo ben capire che gran parte dei punti trattati su Facebook vengono meno. Non si conoscono stime esatte dei credenti islamici in Giappone, siccome il governo non raccoglie statistiche sulla religiosità dei suoi cittadini, rispettando la Costituzione.
In merito al punto “h” (“I giapponesi non sono attratti dall’Islam e non comprendono la religione islamica“), risulta che nel 1982 i giapponesi mussulmani erano circa 30 mila, e che dal 1990 sono aumentati perché i giovani nativi giapponesi sposavano donne musulmane.
Nel territorio giapponese sono presenti moschee e altri luoghi adibiti alla preghiera.
Sul punto “q” non esiste alcun rettore del dipartimento dell’Università di Tokio dal nome “Mr. Komico Yagi”. Esiste però un docente di nome Kumiko Yagi, “Professor of Arab/Islamic Studies at Tokyo University of Foreign Studies”, il quale ha smentito tali affermazioni.
Ringraziamo Sebastian e Francesco per la collaborazione.
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