BUFALA Gay Pride di Roma: un gruppo di uomini che fingono di essere cani al guinzaglio – bufale,net
Esiste un tipo di bufala che abbiamo già visto altre volte: il viralizzatore di turno descrive una storia e la illustra immagini a supporto presesu Google Images. Trovatele, le pubblica come prova: il pubblico indinniato non si farà domande e condividerà ritenendo che “una foto su Internet” possa provare qualsiasi cosa. Non importa se provi immaginarie frasi di un Pertini insolitamente violento e buzzurro, o che il commissario Jim Gordon, migliore amico del supereroe Batman abbia inconfessabili simpatie fasciste tali da spingerlo a pubblici apprezzamenti per Mussolini assieme a Gandhi ed altri personaggi, o, come in questo caso, descriva scene del Gay Pride di Roma mai davvero esistite
Gay Pride di Roma, tre bambini seguono e fissano turbati e sconvolti un gruppo di uomini che fingono di essere cani al guinzaglio. Tutto regolare, se osi lamentarti sei omofobo e fascista e vai in carcere. No comment.
Se permettete, no comment lo diciamo noi.
La scena descritta infatti è tratta da una libera interpretazione di un segmento del West Pride di Gothemburg, in Svezia.
Ovviamente, l’ultima volta che abbiamo controllato sui nostri atlanti, Gothemburg non poteva essere in provincia di Roma, e la foto appare in un Tweet del 16 giugno 2016
Vi censurerar Alfons Åberg, Tintin, Pippi, men reagerar någon att barn ser detta? Ok att människor är i koppel? pic.twitter.com/9Cawe5t0Ay
— Stefan Olsson (@Sdstiffe) 14 giugno 2016
Che tradotto suona:
Censuriamo Alfie Atkins, Tin Tin e Pippi Calzelunghe, ma nessuno reagisce quando i bambini vedono ciò? Ok, ma le persone sono una coppia?
Postato da un politico di destra che, notare, non parla di bambini scandalizzati, ma semplicemente trova, compatibilmente con la sua ideologia, disdicevole mostrare ai bambini un happening, uno spettacolo estemporaneo che ritiene inadatto.
Questa foto ha fatto suo malgrado il giro del mondo, venendo attribuita ad ogni singolo Gay Pride del pianeta, fino ad arrivare al 2018, dove diviene parte un po’ di foto delle prime manifestazioni dell’orgoglio gay in questo mese di giugno.
Non troviamo quindi giusto, né verosimile, costruire una narrativa personalizzata su ogni singola immagine acriticamente scaricata da Google Images.
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