BUFALA “Ecco quale rispetto hanno nei nostri confronti!” – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti un’immagine virale, rimbalzata di profilo in profilo come una “mancanza di rispetto”, raffigurante un personaggio di colore al cimitero che fuma.
Naturalmente, c’è di tutto, e siamo ad un passo dalla bufala del giustiziere: la foto del personaggio di colore, che per l’indinniato speciale della Rete è, in quanto uomo di colore, un’entità malevola a prescindere, il “rispetto” di cui il villano della Rete, fosse anche un buzzurro che condivide a manetta immagini che non comprende con un linguaggio sgrammaticato, sente di meritare ed ottenere in quanto “Italiano brava gente, discendente dagli Antichi Romani!!” e l’oltraggio da punire una condivisione alla volta, brandendo il tasto “condividi” come un moderno manganello.
Ovviamente quello non è un cimitero Italiano, a meno che nottetempo gli stranieri privi di rispetto non abbiano deciso di riscrivere tutte le lapidi con nomi anglosassoni.
Altrettanto ovviamente, solo nella mente ottenebrata di un indinniato da tastiera o del suo pifferaio magico desideroso di cavalcare facili appetiti xenofobi esiste l’equazione Uomo di Colore uguale pericoloso Immigrato che non ha rispetto per le tradizioni!
Si tratta infatti di una foto strappata di peso da una serie di gallerie fotografiche di incerta attribuzione, ma tutte indubitabilmente legati al continente Africano (dove, tecnicamente, un uomo di colore è un abitante e non un immigrato, un emigrato, o un expat che dir si voglia).
La prima apparizione in ordine cronologico è del 2012, dove il bizzarro individuo, uno stoner (sfattone stereotipato) appare come parte di una galleria di immagini buffe dal Mozambico assieme ad altri personaggi in pose goffe ed umoristiche, come un uomo intento a cercare di riempire (o lavare?) un cestino traforato, una sedia a rotelle resa più “comoda” da uno schienale preso da una sedia di plastica da giardino, due poliziotti di sesso diverso evidentemente innamorati ed intenti a dedicarsi effusioni, un bimbetto in abiti tradizionali che cucina un gustoso pesce alla brace e un incredulo ausiliare del traffico che contempla un uomo addormentato tra le automobili parcheggiate.
La seconda apparizione, più diffusa, getta una luce più tetra sulla foto del bizzarro personaggio, identificandolo come una vittima della dipendenza da Nyaope, una sostanza psicoattiva tornata recentemente agli allori della cronaca per essere, anni dopo, stata descritta in un servizio de Le Iene, dalla dipendenza quasi istantanea e difficile da superare ed effetti collaterali esiziali.
Possiamo quindi capire come sia stato facile per il viralizzatore procurarsi la foto della presunta “mancanza di rispetto”: essendo assurta l’immagine del 2012 a foto prevalente delle vittime della dipendenza da Nyaope, Google Immagini ne è piena.
Non per questo ha senso costruirsi un castelletto immaginario di “mancanze di rispetto” che non vi sono: non vediamo come un tossico in Sudafrica possa mancare di rispetto ad un Indinniato speciale in Italia più di quanto egli stesso non stia facendo con le sue condivisioni.
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