Ci segnalano un messaggio virale in libera circolazione tra le bacheche di Facebook e nelle conversazioni sulla messaggistica istantanea:
Fare attenzione che sono ovunque. Attenti alle banconote da 20 €. La numerazione è fissa. Finiscono con 854 e sono false. Passa parola, ce ne sono molte in circolazione.
Fonte Interpol
Come spesso accade, il tentativo di dare veridicità a una consueta Catena di Sant’Antonio comporta la citazione di una fonte autorevole. Accadde per il messaggio sulla privacy diffuso dalla Guardia di Finanza, ma che si rivelò una bufala. Le autorità hanno sempre smentito l’esistenza di comunicati del genere. La strategia di verifica è semplice: è opportuno controllare, in primis, sulle piattaforme ufficiali – social e non – e lì accertarsi dell’esistenza di tali avvisi. Quando questi non compaiono, allora la Catena di Sant’Antonio resta tale e non ha fondamento. Nel nostro caso si tira in causa l’Interpol, e nel sito ufficiale così come nella pagina Facebook ufficiale non v’è traccia dell’esistenza di banconote da 20 euro contraffatte.
È bene chiarire che le banconote falsificate sono comunque una realtà da non sottovalutare. Quando si è in possesso di una banconota sospetta ci si può servire di uno strumento online messo a disposizione dal Ministero dell’Interno a questo indirizzo.
Su Altroconsumo ci consigliano, inoltre, di recarci presso gli sportelli di una banca, di un ufficio postale o di una filiale della Banca d’Italia con la banconota sospetta e di farla esaminare. L’impiegato che accerta la falsificazione sequestra la banconota e la trasmette all’amministrazione centrale della Banca d’Italia a Roma, dove il NAC (Nucleo Analisi per le banconote sospette di falsità) effettuerà gli accertamenti.
L’impiegato farà anche un verbale e una copia della banconota che sarà lasciata, a titolo di ricevuta, alla persona che ha presentato la banconota.
Se il Nac della Banca d’Italia accerta la legittimità della banconota, l’importo è rimborsato, senza alcuna trattenuta, con vaglia cambiario della Banca d’Italia. In caso contrario nulla è dovuto. Chi ha consegnato la banconota può chiedere informazioni sull’esito dell’accertamento Nac tramite le filiali della Banca d’Italia.
Non serve dunque diffondere allarmismi tirando in causa una qualsivoglia autorità per conferire veridicità al proprio momento di gloria.
Bufala, dunque, perché l’Interpol non ha trasmesso alcun comunicato.
Allarmismo, infine, perché la realtà delle banconote contraffatte è sempre attuale.
Sul sito dei Carabinieri è presente una guida al riconoscimento delle banconote false.
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