BUFALA Dopo 20 anni, convalidato il Metodo Di Bella per la cura dei tumori! – bufale.net
Vi abbiamo sempre parlato di questi anni del rischio insito nelle “bufale di ritorno”.
Accade cioè che il ciclo vitale di una bufala, più che affine a quello di una malattia acuta, sia simile ad un herpes della rete: dopo la prima infezione la scarsa attenzione (dolosa o colposa) porta a dimenticare l’eistenza delle smentite, e reiterare il testo originario ad intervalli costanti di tempo, ovvero, quando il senso critico (sistema immunitario della Rete) è indebolito.
In questo caso il portale lastella ripropone un vecchio testo del 2012 sconfessato dallo stesso Antonio di Bella.
La versione proposta da lastella mescola infatti le indicazioni di allora ad altre bufale sorte in questi anni, quale quella, recentemente affrontata, relativa ai “poteri della ghiandola pineale”, citando
Uno studio scientifico dell’Università di Firenze e approvatodall’Istituto europeo perl’Oncologia
Naturamente anonimo e privo di ogni requisito atto alla ricerca (che i colleghi di BUTAC hanno provato ed effettuare a tempo debito senza ottenere risultato alcuno) ed integrando, per abbondanza, il testo di copia integrale di un testo del 2012 relativo ad un ipotetico caso di guarigione.
Come abbiamo visto, sul punto si è pronunciata già la Fondazione di Bella, e non certo con parole benevole, subito dopo una prima pubblicazione del 2012, citata in articolo e rimossa dalla Rete:
“L’articolo richiamato, dei cui fini benevoli non ho dubbi, costituisce una forzatura della realtà e, purtroppo, cade in grossi equivoci.
Il Prof. Veronesi non si è “arreso” proprio a nessuno, e tantomeno al Mdb. Ognuno può dare il suo giudizio più o meno tiepido o negativo sul personaggio evocato, ma non attribuirgli dichiarazioni od ammissioni mai fatte. Titoli ad effetto portano unicamente danno alla plausibilità ed all’immagine del Mdb. E, purtroppo, anche a noi che portiamo il nome Di Bella e che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare e tutelare l’opera di nostro padre.
L’articolo vira a poi a livelli surreali quando cita uno studio di modesto significato scientifico del quale ci siamo già occupati sul DiBellaInsieme e del quale si è occupata anche la Sig.ra Locati, e che non ha spostato né sposterà di un micron né la situazione nè l’opinione corrente (lasciamo stare se in buona o cattiva fede) sul Metodo Di Bella; per cui ci auguriamo di non dover più tornare sull’argomento.
Di studi sperimentali su sostanze recepite dal Mdb, anche associate, se ne annoverano a migliaia, da anni o decenni. E non si tratta solo di articoli apparsi su riviste scientifiche, ma – cosa di maggior spessore ed importanza – di poderosissime monografie, eccezionalmente particolareggiate sotto ogni punto di vista e di assoluta autorevolezza, tuttora conservate nelle librerie del Laboratorio di via Marianini (ovviamente, il Prof. Luigi Di Bella le aveva lette e studiate tutte).
Dire che somatostatina, retinoidi e melatonina hanno un sicuro effetto anticancerogeno su cellule tumorali è pleonastico. Lo sappiamo già da decenni. Che poi determinati ambienti facciano spallucce, è cosa che non riguarda noi, ma i proprietari delle spallucce, che in futuro saranno pesantemente giudicati dalla storia umana, oltre che da quella della medicina.
L’omissione di ogni riferimento, anche bibliografico, al Prof. Luigi Di Bella, è stata azione scorretta e inammissibile nell’ottica dell’etica scientifica. I lavori clinici apparsi su cinque riviste accreditate diverse, tutti recanti la citazione bibliografica dei lavori dello scienziato (quando non nel testo, esplicitamente), contraddicono certe impacciate spiegazioni, che non meritano nemmeno replica: non è il nome Di Bella a creare ostacoli (comunque superabili!), ma tutta una serie di presìdi terapeutici che recherebbero beneficio ai pazienti ma danno ai produttori di farmaci. Basta fare il nome della somatostatina, della Melatonina ecc. per rendersene conto. Non occorrono stratosferiche doti di acume per comprenderlo.
SONO I LAVORI CLINICI che possono “sdoganare” il MDB. Quelli di natura sperimentale – ovviamente – sono un presupposto necessario, una fase preliminare; che c’è stata, dato che, come prima accennato, abbondano a tal punto da consentirci di affermare che mai, nella storia della ricerca, un orientamento terapeutico è stato supportato da un tal numero di riscontri sperimentali. Oggi, risultano quindi pletorici. I pazienti, poi, non potrebbero certo aspettare qualche altra decina d’anni, se la realtà fosse quella, pretestuosa, raffigurata da alcuni: la fase sperimentale in vitro precede tipicamente di anni se non di decenni quella dell’applicazione clinica!
Avrebbe potuto comunque avere un senso parziale impiegare la Soluzione di retinoidi e non, genericamente, i retinoidi e, soprattutto, spiegare il PERCHE’ dettagliato di questa azione farmacologica, sotto ogni profilo. Ma questo, non consentito dalla mancanza di specifica formazione medica dei coautori del lavoro sperimentale, avrebbe obbligato a citare per forza Luigi Di Bella, cosa che evidentemente non si voleva fare.IN CONCLUSIONE: è veramente marziano voler attribuire ad un articolo sperimentale tutt’altro che significativo meriti e valenze inesistenti, ed IGNORARE grottescamente lavori clinici pubblicati su riviste scientifiche recepite da Medline. Si parla di tumore al seno e non si cita il lavoro del Dr. Giuseppe Di Bella che PER LA PRIMA VOLTA documenta, anche statisticamente, i risultati del Metodo Di Bella su 122 pazienti???? Direi che è una cosa pazzesca, insensata e faziosa. O che ha, in certi condivisori, ragioni poco confessabili. Questa è la realtà. Aggiungo, per conforto dei pazienti, che il lavoro sui carcinomi mammari, come altri pubblicati, non ha mancato di suscitare interesse in ambienti che, in un futuro non remoto……, potranno consentirci di avere ragione della criminale omertà finora registratasi.
Non se la prenda, perché questa “tirata” a tutti può essere rivolta tranne che a lei, che con entusiasmo ed amicizia ha gioito per una notizia (notizia-non-notizia) inopportunamente diffusa e colpevolmente rilanciata, che lei ha innocentemente preso per valida.
Per quanto attiene la resa di Veronesi?
Anch’essa una bufala nella bufala, cui, sempre nel 2012, l’insigne Oncologo era costretto a replicare:
Caro Prof.
Ho letto tempo fa che il Suo Istituto (IEO) ha certificato la Terapia Di Bella. Questo significa che la ritiene valida immagino. Ho letto molto in proposito e sembra che sia efficace per lo meno come (se non di più) altre terapie antitumorali e non tossica. Vorrei, per favore, un Suo parere, in generale ma anche per quanto riguarda il tumore alla prostata che pare si possa curare anche con il Metodo Di Bella.
Grazie in anticipo e cari saluti
FrancescaCara Francesca,
la notizia che ha letto è sbagliata. La mia posizione sul metodo di Bella è la stessa del mondo scientifico, e si fonda sui risultati della sperimentazione clinica nazionale condotta dal Ministero della Salute. Lo studio sperimentale si è svolto in vari centri, tra cui anche lo IEO, e i relativi risultati sono stati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità. Se lo desidera, è possibile visionarli anche on line, al seguente link: www.iss.it/binary/publ/publi/9824.1113301001.pdf
Siamo dunque a:
- 1. Un precedente rigettato dalla stessa Fondazione Di Bella
- 2. Una affermazione del Professor Veronesi mai pronunciata
- 3. Una citazione diretta ad un articolo già evidenziato come bufala
Unito ad altre aporie, come decisioni giudiziarie sul diritto di scegliere quale cura adottare presentate come asseverazioni dal valore medico (con confusione evidente tra il ruolo del medico e del giurista).
Siamo di fronte pertanto alla stessa bufala di ormai quattro anni fa, “puntellata” con altri elementi che, lungi dal renderla più solida, la rendono ancora più evidente consentendo di rintracciare agevolmente le smentite succedutesi nel tempo.
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