L’appello viene trasmesso su Facebook e Whatsapp, con la formula del “copia&incolla” che rende più difficile rintracciare la fonte originale rispetto alla formula “clicca e condividi”, e in tutte le varianti riporta questo testo:
Domani questo Labrador lo porteranno al canile. Cerca adozione.
Sig. Ag****** cell. 329/45******
Fa girare tra i tuoi contatti perfavore
Le censure nei dati sensibili le abbiamo messe noi, lasciando il minimo indispensabile per la riconoscibilità del messaggio, in quanto trattasi di bufala.
F.S., agendo nel modo corretto ha provveduto ad informare la persona oggetto di questa bufala prima della pubblicazione.
Ha ottenuto un responso che, col suo consenso espresso e col consenso dell’interessata riportata nel messaggio stesso, riportiamo:
F.S., riconoscendo di non avere l’impatto sulla rete che noi abbiamo, ci ha incaricato di dare la giusta rilevanza all’appello.
È una bufala dunque. Smettetela di condividere, smettetela di telefonare, non c’è nessun labrador nero in adozione presso quell’utenza.
Se volete fare qualcosa di utile per i cani abbandonati, recatevi in un canile: troverete sicuramente il modo di aiutare almeno un cane che ne ha bisogno.
EDIT: Tra i commenti sulla pagina social abbiamo trovato quello di un utente che ipotizza che, effettivamente, il messaggio possa essere stato relativo ad una richiesta di stallo a Pavia di quel periodo riportata con un numero di telefono errato. Stiamo cercando maggiori dettagli, e ribadiamo quanto un evento del genere costituisca un motivo in più per evitare in toto di affidare faccende così delicate ad uno strumento così brutalmente impreciso come le Catene di S. Antonio.
Basta un minimo errore lungo la redazione del messaggio o la catena delle condivisioni per creare aberrazioni del genere, anche ammettendo che il messaggio riesca a restare esatto ed incorrotto a lungo, lo stesso avrà il pessimo vizio di sopravviere all’adozione. Il mondo delle bufale è pieno di richieste di adozione di cani di razza che ormai dovrebbero avere dai venti ai trent’anni, richieste di sangue urgenti per bambini malati che ora sono padri di famiglia, se non nonnetti arzilli ed altre distorsioni che rendono il mezzo il peggior sistema per comunicare un bisogno urgente, che otterrà non un’adozione o un aiuto concreto, ma il telefono di un perfetto sconosciuto intasato per mesi, se non per anni, una forte diffidenza verso ogni richiesta di aiuto e, pensando ai casi in cui il telefono impropriamente occupato è stato un centralino di ospedale, grave rischio per la salute collettiva.
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