Ci sono bufale, abbiamo visto, che nascono coscientemente dal tentativo di raccogliere clic e consensi intorno a temi controversi e bufale che invece, concedendo il beneficio del dubbio, nascono dalla completa ed assoluta misinterpretazione del loro reale contenuto.
Vittima illustre di questo secondo genere di bufale è stata Luisa Santolini, deputato dell’UDC, “sbattuta in prima pagina” su diverse pagine Facebook come “sostenitrice della pedofilia”, quando le sue affermazioni reali erano di segno del tutto opposto
La storia reale, riportata da portali di informazione seri come ArticoloTre e stigmatizzata dallo UAAR a cagione dell’ideologia realmente sottesa è la narrazione di una provocazione evidentemente non accolta, destinata idealmente proprio all’uditorio che ora la rigetta con forza, invertendone il senso.
La Santolini, deputato UDC di estrazione rigidamente cattolica, presidente del Forum delle Associazioni Familiari e quindi tenace difensore della famiglia tradizionale aveva inteso costruire con le sue affermazioni un ragionamento per assurdo, un rigido sillogismo da adottarsi proprio per dimostrare la contezza del proprio ideale (condivisibile o meno, spetta al lettore e non a noi dichiararlo) di famiglia tradizionale basata sugli indirizzi indicati dalla Carta dei diritti della famiglia della Santa Sede, ovvero nata dall’unione di uomo e donna, con netta opposizione ad ogni estensione ad altre forme di coniugio e convivenza, tale da estendersi a forme sanzionatorie aggravate del reato di omofobia, accusate di voler inibire il dibattito al riguardo.
Il ragionamento che fu offerto all’epoca era un sillogismo scabro quanto diretto, che ArticoloTre riassume in:
A pronunciare le parole, invero pesanti e forse poco ponderate, l’esponente dell’UdC Luisa Santolini, che finisce immancabilmente sulle agenzie di stampa.
“Il mio orientamento sessuale e’ l’eterosessualita’, ma ce ne sono anche altri, come l’omosessualita’ e la pedofilia’.Così, Luisa Santolini, intervenendo in Aula durante la discussione generale sul testo di legge contro l’omofobia.
L’affermazione dell’esponente centrista ha fatto andare su tutte le furie la prima firmataria del provvedimento e relatrice di minoranza Paola Concia. ‘La pedofilia e’ una malattia – ricorda il deputato – non certo un orientamento sessuale…’.
Insomma, il grimaldello è chiaro: se l’omosessualità è un orientamento sessuale come tanti, non serve una legge “scudo” che protegga gli omosessuali in maniera particolare.
Il sillogismo diventa evidente:
Tale teoria, naturalmente, ha incontrato da subito le resistenze degli orientamenti più progressisti della società e del Parlamento, offesi dall’istituito paragone tra l’omosessualità, atto giuridicamente neutro e la pedofilia, atto giuridicamente sanzionato e deprecabile, suscitando la reazione dei firmatari delle proposte, sicché riporta la fonte UAAR:
Immediata replica da parte della prima firmataria della proposta in discussione, Paola Concia (PD): “La pedofilia è una malattia, non certo un orientamento sessuale!”.
Interviene a gamba tesa nel dibattito il web 2.0, l’universo Social, che di tutta la notizia fa un osceno miscuglio tra la tesi reale della Santolini e le opposizioni, invertendo il senso del sillogismo insito nella provocazione
Dove la deputata, evidentemente, intendeva negare l’utilità e l’auspicabilità di tutele rinforzate per la comunità LGBT, usando il paragone con la pedofilia per dimostrare quanto il dibattito fosse, a suo dire, estraneo all’universo giuridico e non da esso considerabile, la Rete è acriticamente insorta contro di lei accusandola a torto di essere un araldo della pedofilia.
E, purtroppo, dobbiamo rilevare ancora una volta che il numero di condivisioni della notizia falsa supera di diversi ordini di grandezza la narrazione degli eventi reali.
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