Attenzione alle date di pubblicazione. Il sito facente parte della struttura di propaganda del movimento Resistenza Nazionale pubblica il 5 novembre 2015 un articolo dal titolo “*DEPOSITO DI ARMI TROVATO IN CENTRO PROFUGHI*“:
In un centro profughi a Krokom nello Jämtland, in Svezia, la scorsa settimana è stato trovato un deposito di armi, all’interno del locale caldaia della struttura.
Secondo fonti attendibili riportate dal giornale svedese Avpixlat, sono intervenuti anche i servizi di sicurezza che hanno sequestrate le armi. La notizia non è stata diffusa ai media, ma il giornale è stato contattato da operatori della struttura.
L’arsenale è stato scoperto per caso, quando il personale di una società elettrica locale è dovuto entrare nella stanza, chiusa a chiave, per leggere i contatori della caldaia.
Il Dipartimento di polizia locale si è rifiutato di dare ulteriori informazioni ad Avpixlat.
Inutile evidenziare la gravità della notizia. E il totale blackout mediatico.
L’articolo in analisi è stato pubblicato il 5 novembre 2015 alle ore 18:45 (2015-11-05T18:45:55+00:00) e condiviso sulla pagina Facebook alle ore 18:46.
Jag tillbringar hela dagen med att ringa runt till olika personer i Krokoms kommun som jag vet har bra insyn i asylmottagandet. Jag pratar med polisen. Jag pratar med Säpo. Jag pratar med Jämtkraft. Jag pratar med Jan Sjunnesson som skrivit artikeln. Resultatet?
Mina kontakter har inte hört något om en vapengömma. De rykten som florerar leder ingenstans förutom tillbaka till uppgifter i Avpixlats artikel.
In pratica il giornalista Per Arnsäter ha contattato varie persone a Krokoms, la polizia e l’autore dell’articolo di Avpixlat, Jan Sjunnesson, trovandosi di fronte il seguente risultato: nessuno ha sentito parlare del presunto deposito di armi, le uniche voci a riguardo provengono solo dal sito Avpixlats (l’unico a sapere la presunta verità).
Per Thelin, förundersökningsledare på Jämtlandspolisen, har aldrig hört talats om det. Han gör slagningar flera månader tillbaka i registren men hittar ingen upprättad anmälan om någon vapengömma.
In pratica, la polizia di Jämtland non hanno mai sentito parlare di un presunto deposito di armi.
Jag pratar flera gånger, senast på torsdagsmorgonen, med Jan Sjunnesson som skrivit artikeln. Jag berättar att jag inte hittar något. Hur säker är han på sina uppgifter? Han har fått dem av “en källa via en annan källa”. Han lägger till, “sen kan det naturligtvis vara en lögn”. Men varför publicera i så fall?
“Det är en så pass allvarlig situation att det måste komma ut”.
La discussione con l’autore dell’articolo di Avpixlat, Jan Sjunnesson, è illuminante: in pratica la fonte sarebbe un “sentito dire da una fonte all’altra”, della serie “lo ha detto il cugino del mio amico” che non ha nulla a che fare con il giornalismo.
L’articolo segnalatoci riporta la teoria del “totale blackout mediatico”, ma come possiamo ben vedere in Svezia l’argomento è stato trattato.
Un errore riguarda la foto pubblicata inizialmente da Avpixlat nel suo articolo (visibile da Web-Archive):
I en tidigare version var artikeln illustrerad med två allmänna miljöbilder från orten. På den ena förekom en byggnad vars ägare på oklara grunder känt sig utpekad för att vara den som hyst den aktuella vapengömman. Ingenstans i artikeln pekas dock den byggnaden ut.
[…]
Husägaren är således som vi bedömer det ute i helt ogjort väder. För att undvika varje eventuellt missförstånd har vi dock valt att byta ut den aktuella miljöbilden mot en som är ännu mer allmän. Vi betraktar därmed saken som utagerad.
Il sito Avpixlat.info è conosciuto e descritto in questo modo:
Bloggen har av svenska, finländska och internationella media beskrivits som en rasistisk hatsajt, främlingsfientlig och högerextrem.
Insomma, un sito dedito all’odio razziale e xenofobo di estrema destra. Ecco come lo descrive l’articolo del sito Metro.se:
Under tisdagen publicerade den främlingsfientliga bloggen Avpixlat ett inlägg som påstod att en vapengömma hittats på ett asylboende i Jämtland. Men det finns inga konkreta belägg för att så skulle vara fallet.
Martedì il blog xenofobo Avpixlat ha pubblicato un post in cui si afferma che un deposito di armi è stato trovato in un centro d’accoglienza a Jämtland. Ma non vi è alcuna prova concreta che questo sia accaduto.
Questo articolo dimostra, ulteriormente, come il sito facente parte della struttura di propaganda del movimento Resistenza Nazionale non effettui verifiche. Se lo avesse fatto (e ne aveva tutte le possibilità) avrebbe evitato di pubblicare l’articolo, ma in fondo l’obiettivo della sua attività online è ben conosciuto (leggi la “Guida utile“).
Almeno il sito Avpixlat ha degli autori e un responsabile editoriale (Mats Dagerlind) che si firmano in chiaro e non si nascondono dietro allo schermo del proprio pc di casa, al contrario del sito italiano che ha pubblicato la notizia, il quale si è recentemente definito “giornale” (testata giornalistica registrata quindi? Dove? A che nome? Partita Iva?). Almeno in Svezia cambiano le foto utilizzate erroneamente, cosa che invece in Italia non viene fatto (leggi articolo sulla bufala della presunta villa faraonica di Gianni Morandi, che in realtà era tutt’altro).
È scontata la solita risposta, così come scontata la teoria dell’oscuramento delle prove da parte della polizia svedese perché “dei delitti dei profughi non si può parlare”.
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