BUFALA – Clicca e condividi per salvare il ragazzino eroe
Ci viene segnalato il seguente link, contenente le crude immagini (quindi vi incoraggiamo a non cliccare sul link se siete persone impressionabili, avete fobie verso il sangue o siete sul posto di lavoro) di un ragazzino dal corpo martoriato:
QUESTO RAGAZZINO DI 14 ANNI È STATO SPARATO 6 VOLTE DAL PATRIGNO PER DIFENDERE LA SORELLINA DI 6 ANNI CHE STAVA PER ESSERE STUPRATA.. QUESTO È SUCCESSO MENTRE LA MADRE ERA A LAVORO, I DOTTORI DICONO CHE L’UNICO MODO CHE HA X SALVARSI È SE VIENE SOTTOPOSTO A CURE E MEDICINE CHE LA MADRE NON PUÒ PERMETTERSI, FACEBOOK HA DECISO CHE DONERÀ 45CENT PER OGNI CONDIVISIONE… PER FAVORE NON IGNORATE, QUESTO RAGAZZINO HA BISOGNO DEL NOSTRO AIUTO, È IMPORTANTE!!! CONDIVIDETE E SALVIAMO QUESTO PICCOLO EROE!!! O LA SUA CONDIZIONE PER DIFENDERE LA SORELLINA SARÀ STATO INUTILE…!!
La sintassi che denota un testo tradotto meccanicamente in Italiano, i vaghi dettagli della presunta vicenda, apposta in calce ad un “link shock”, una foto abbastanza scioccante e sanguinolenta per catalizzare l’attenzione del pubblico vincendo la sua sospensione dell’incredulità, ed il ricorso alla formula “clicca e condividi” sarebbero più che idonee a dichiarare l’appello una bufala. Ed anche una di successo, dato che in quasi due anni, tra commentatori e condivisori in buona fede e lettori indignati dalla scoperta dell’inganno, il testo ha già raccolto 9.201 likes e 57.349 condivisioni.
Questo appello non solo è una bufala, ma anche una ben nota. Diversi blog e portali, come il blog di Marco Mangano e News You-NG ne hanno parlato diffusamente, individuando con certezza una tipologia di origine che sarà ben nota ai lettori più affezionati: la bufala Italiana è una traduzione di un testo ancora più risalente nel tempo, pubblicato nel 2010 (e rimaneggiato fino al 2012 per arrivare alla sua forma attuale) sui siti di lingua inglese.
Snopes.com consente di apprezzare il testo “originale”, provvedendo alla doverosa comparazione:
14 YEAR OLD BOY WAS SHOT 6 TIMES BY HIS STEPFATHER, THIS BOY WAS PROTECTING HIS LITTLE 2 YEAR OLD SISTER WHO WAS ABOUT TO BE RAPED BY THIS POOR EXCUSE OF A MAN. THE LITTLE GIRL DID NOT GET HURT THANKS TO HER BRAVE OLDER BROTHER. THEIR MOM WAS AT WORK WHEN ALL THIS HAPPENED. NOW THIS BRAVE YOUNG MAN IS FIGHTING FOR HIS LIFE, BUT DOCTRS SAY HE WILL NOT SURVIVE UNLESS HE GETS AN OPERATION WHICH IS VERY COSTFUL AND WHICH HIS MOM CANNOT PAY. ALL FACEBOOK COMPANIES HAVE AGREED TO DONATE 45 CENTS FOR EVERY TIME SOMEONE POSTS THIS TO THEIR WALL, SO PLEASE PASTE AND PASS THIS ON SO THAT TOGETHER WE CAN HELP SAVE THIS BOYS LIFE
Identico in ogni dettaglio, compreso l’uso creativo del tutto maiuscolo. Le varianti precedenti della notizia riportavano infatti un nome per il presunto ragazzino, identificato come “dominic james daggner”, e, sia pur lasciando la formula “condividi per la donazione”, inserivano tra i donanti diverse compagnie telefoniche Statunitensi, rendendo così la bufala di difficile “esportazione” e incrementando le possibilità di smentita, consentendo al lettore più attento di cercare informazioni sulla famiglia Daggner nella cronaca nera o dando un elenco di compagnie telefoniche facili da contattare.
In realtà tale bufala rientra in un ricchissimo filone, già descritto da Snopes e con cui anche noi in Italia siamo familiari, di “condividi perché Facebook doni”.
Tale tipologia di donazione è impossibile: viene infatti scimmiottato il sistema di “donazioni via SMS” applicato da molte compagnie telefoniche, che però, ricorda Snopes.com, sono munite di un sistema di fatturazione interno (che per l’utente finale si esprime nella bolletta o nel “computo delle spese” per le utenze prepagate), sicché le compagnie telefoniche chiedono di inviare gli SMS a numeri specifici, sovente con parole specifiche, allo scopo di “accantonare” la somma dovuta.
I “mi piace” e le condivisioni di Facebook non sono tracciate in un simile modo: diventerebbe impossibile discernere tra diverse tipologie di click, e sarebbe comunque un pensiero odioso ed ingiusto pensare che “Facebook” decida delle sorti di ipotetici bambini infermi con una sorta di gara di popolarità.
La richiesta di apporre “mi piace” e condivisioni quindi non ha alcun effetto economico sulle sorti dei presunti (e spesso del tutto inesistenti, come in questo caso) beneficiari.
Non solo il piccolo “dominic” non esiste, non solo la bufala è una traduzione dall’estero di una bufala straniera, ma è anche una condivisione di seconda intenzione. Riporta You-NG:
La bufala in questione, ormai vecchia di 3 anni, è stata ricondivisa su facebook nella giornata di ieri da tale John Di Ciccio ed è l’esemplare più classico di Social Media Hoax. Il post in questione non è altro che una foto estremamente cruenta di un bambino insanguinato su un letto d’ospedale, con una didascalia ad accompagnarla:
Il link elencato, firma John Di Ciccio, non risulta più disponibile, e la pagina citata chiusa: evidentemente l’appello è sopravvissuto comunque “spostandosi” di pagina in pagina e divenendo virale.
Per quanto attiene invece la foto, la stessa riguarda i conflitti in Libano del 2006, e secondo le fonti citate è stata raccolta (attenzione: Immagini violente!) sul sito Terrasantalibera.org, ed i diritti appartengono al sito Getty Images.
Vi invitiamo pertanto a diffidare di ogni link che contenga la formula “ogni condivisione o mi piace porta ad una donazione da parte di Facebook”, e vi rimandiamo alla nostra guida utile su come distinguere immagini false o decontestualizzate usate su Facebook.
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