Gira su Internet una curiosa e bizzarra notizia secondo cui gli scafisti distribuirebbero come parte di un presunto pacchetto immigrazione un volantino, scattato da un sedicente “lettore che viaggia spesso in Nordafrica come dipendente di nota una società petrolifera”, composto essenzialmente dal classico, ordinario, volantino del “1530 – Soccorso in Mare” della Capitaneria di porto, e riportante inviti in arabo stentato a “telefonare al numero”.
L’articolo si lancia in a dir poco ardite interpretazioni, sfociando nell’illazione nel momento in cui dapprima la grammatica incerta del “presunto volantino” viene attribuita alla “Scarsa cultura di chi opera in quell’ambiente criminale” e poi si passa all’evenienza alternativa “che sia direttamente il governo italiano, a diffondere tali volantini” (e ci aspetta che, quantomeno, alla Farnesina abbiano qualcuno in grado di produrre testi in arabo corretto…)
Principio cardine dell’esistenza umana è che chi deve dimostrare l’esistenza di qualcosa dovrebbe produrre quantomeno prove di quel qualcosa. Credere “sulla parola” è impossibile, “famo ‘a fidasse” su Facebook porta sicuramente alla bufala, come in passato le bufale più deteriori ed insensate si facevano strada nelle menti della gente in quanto attribuite al “Cugino che sa le cose”, al “Cugino che viaggia e le ha viste” ed “All’amico che lavora all’estero”.
Simili personaggi hanno, anche nel mondo del web 2.0, la facoltà di non essere rintracciabili: se si volesse verifcare dove “il lettore che viaggia” abbia reperito tali informazioni e come ciò non ci sarebbe dato.
Possiamo già rilevare, ed altre voci si uniscono al nostro dubbio, come in realtà:
a. Basti accendere la TV durante TG a caso per rilevare che, purtroppo, le tristi condizioni in cui arrivano gli immigrati sono documentatissime, anche per mezzo audiovisivo b. L’evidente contraddizione tra un volantino attribuito ad “ignoranti criminali subsahariani” prima ed alla Farnesina in seguito non può che far suonare un piccolo campanello di allarme c. Lo “scafista” è la cosa più lontana possibile dal povero beduino ignorante che, curiosamente, risulta privo di istruzione ma in grado di stampare un gran numero di volantini.
In realtà infatti anche la pittoresca immagine dello “scafista capo” è un artefatto. Lo “scafista ignorante”, il povero beduino ignorante che regola il traffico di vite umane è frutto di una visione “romantica” e picaresca, ma non reale, del fenomeno immigrazioni.
Semplicemente lo scafista è l’anello più basso della catena dell’immigrazione illegale, alla cui cima ci sono autentiche associazioni criminali sovranazionali, che irretito lo “scafista” di turno con la promessa di una piccola parte di profitto, minuscola per loro ma ingente per lo scafista, ottengono manovalanza e capri espiatori.
Possiamo quindi sospendere ogni giudizio sulla veridicità del volantino in sé, che, in base al principio per cui l’onere della prova ricade sempre su chi vuol provare il fatto, non è assistito da sufficiente prova della sua esistenza, tampoco del coinvolgimento del Governo, ma, rilevate tutte queste piccole anomalie, possiamo unirci al coro di voci critiche sull’interpretazione degli eventi narrati.
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