BUFALA Chip sottocutaneo obbligatorio anche in Italia – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti un articolo dalla prospettiva preoccupante, intitolato “A breve tutti noi ne avremo uno a vita. Alcuni già lo hanno“ ed tornato dal seguente filmato video, titolato “Microchip sottocutaneo obbligatorio presto anche in Italia!”
https://www.youtube.com/watch?v=MByZ-IJFif8
Lo scrivente ha visionato per intero il filmato: può per tanto, con cognizione di causa, anticiparvi che la frase contenuta nel titolo non è pronunciata, trascritta, contenuta o espressa in alcun modo nel filmato.
Il filmato, semplicemente, si unisce alle critiche lanciate, ormai dieci anni fa, al Bahia Beach Club VIP di Barcellona, che come gimmick di mercato, ritenuto da molti commentatori dell’epoca parecchio discutibile, offriva la possibilità di usare un chip RFID come alternativa più elegante all’usanza, nota anche da noi in Italia di “mettere in conto” le consumazioni per saldarle a fine serata o con una certa periodicità, unita ad una serie di asserzioni ipotetiche sul progresso della tecnologia.
Preghiamo il lettore di soffermarsi a quanto viene detto infatti dal commentatore intorno al minuto 5:00 del filmato, relativo alla possibilità di seguire i movimenti di un individuo, ad esempio un detenuto in regime di semilibertà o libertà vigilata, mediante impianti tecnologici:
“Oggi l’impianto di un GPS non è disponibile”
Il Chip RFID, come evidenziato nell’articolo della BBC da noi linkato è infatti essenzialmente tecnologia passiva: non consente, insomma, di tracciare alcunché.
Al pari di dispositivi che noi tutti conosciamo, come i chip RFID usati per i piccoli animali domestici, i fantoccini Amiibo ed altri simili dispositivi, i chip RFID non hanno una loro “sorgente energetica” interna tale da consentirne l’attivazione “permanente”. Né, riporta rettamente il brano del National Geographic dal titolo artatamente aggiunto in seguito, consentono di controllare ogni nostro movimento.
Semplicemente, per lo stesso motivo per cui non è possibile controllare ogni movimento di un animale domestico col solo chip RFID (è infatti possibile acquistare localizzatori da appendere a collarini e pettorine, ben più voluminosi, dotati di batteria, e con costi che si aggirano intorno al centinaio di euro), non è possibile al momento controllare i movimenti di un essere umano, se non con strumenti simili (come i “braccialetti elettronici” , concettualmente identici ai localizzatori canini).
È un intrinseco limite della stessa tecnologia: a meno che non sia a stretto contatto, o vicinanza prossima rispetto ad un apposito lettore, un RFID è “cosa morta”, silente ed incapace di trasmettere il qualsivoglia dato al mondo esterno.
Inoltre, un chip RFID è privo di sensori: al pari della Keycard di un albergo, di un fantoccino Amiibo o di un pendrive, contiene solo i dati che vi sono stati inizialmente immagazzinati, perlopiù una stringa di codice di identificazione. Lo scenario paventato per cui un colpo di scanner potrebbe rilevare e controllare un individuo è, nei fatti, impossibile.
Infine, come anticipato non vi è traccia alcuna, in alcun organo governativo di alcuno stato, della proposta anche solo embrionale di rendere l’impianto di chip RFID obbligatorio: il filmato presenta una potenziale opportunità, aperta dopo la richiesta di George Bush Jr., allora presidente degli USA, di poter ottenere una normativa meno garantista rispetto alle intercettazioni telefoniche da usarsi come mezzo di contrasto al terrorismo, ma non parla di richieste di impianto di chip RFID. Nè tantomeno in Italia.
Al contrario, infatti, possiamo registrare negli stati americani di California, Wisconsin e Dakota del Nord norme che prevedono il divieto di ogni iniziativa che possa prevedere l’obbligatorietà dell’impianto di chip RFID, andando quindi nella direzione opposta a quella prospettata.
Il tutto, si badi, secondo il principio razionale della libertà dell’individuo di disporre di sé e del proprio corpo, e non già paventando un rischio di invasione della privacy, come si è visto, molto limitato.
Impianto che, come abbiamo comunque visto, sarebbe inutile. Il chip RFID, al momento, potrebbe essere un succedaneo di una carta contactless, ma niente di più. I suoi limiti lo rendono inidoneo alla creazione paventata di un sistema di controllo su di esso basato.
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