Salve, siamo Andy e John, i direttori di WhatsApp.
Innanzitutto chiediamo scusa per l’intrusione ma WhatsApp chiuderà.Questo succederà perchè molte persone sconsiderate hanno aperto vari account differenti.In questo momento abbiamo 5578 nomi liberi ed è per questo che l’uso di WhatsApp e Hotmail avrà un costo dall’estate 2017. Se mandi questo messaggio, come minimo, a diciotto persone diverse dalla tua lista, la tua icona diventerà blu, ciò significa che resterà gratis per te. Se non ci credi vai sul sito (www.WhatsApp.com) e controlla tu stesso. Se vuoi che chiudiamo il tuo account non mandare questo messaggio, però se vuoi conservalo allora mandalo ai tuoi contatti.Questo non è uno scherzo, MANDALO!
Sostanzialmente, è la stessa identica bufala di Whatsapp a pagamento, ritornata ad una variante della versione del 2014.
Nasce tutto, sostanzialmente, quando Andy e Jonh, col nome del secondo scritto in modo sgrammaticato nel testo originale, venivano presentati nel 2005 come i direttori di MSN, il sistema di messaggistica che è stato negli ultimi anni sostituito da Skype, i quali annunciavano che, compiendo una serie di operazioni del tutto inesistenti l’icona di MSN Messenger avrebbe subito una trasformazione che avrebbe indicato uno stato di perpetua gratuità.
Tale trasformazione è stata mantenuta nelle versioni successive, dove si parla di una “luce blu” che dovrebbe comparire nell’icona di WhatsApp.
Dedichiamo un nuovo articolo a questa bufala perché la variante 2016 interviene a cercare, in modo maldestro, di tamponare alcuni tra gli errori più evidenti nella vecchia bufala, che avevamo evidenziato nell’ultimo link citato.
Laddove nel nostro precedente articolo precisavamo che i reali proprietari di WhatsApp
precisano che la grafia corretta è WhatsApp, con l’ultima A maiuscola e non whatsapp come riporta il messaggio virale.
Il viralizzatore ha pensato bene di correggere l’errore ormai decennale. Purtroppo, sì è sbagliato anche nella correzione, e per eccesso di zelo ha voluto strafare ed ha corretto anche l’indirizzo web.
Laddove tutte le versioni delle bufala non danno una motivazione per il misterioso ordine di condividere il messaggio virale, la nuova versione, autocontraddicendosi, passa dalla minaccia di chiudere WhatsApp alla vecchia minaccia di renderlo a pagamento incolpando delle non meglio precisate persone sconsiderate che hanno aperto troppi account.
Ed è proprio da questa motivazione apparentemente assurda che abbiamo un indizio sulla fonte originale della bufala: al pari di Skype attualmente, MSN Messenger funzionava collegando un nome utente ad un indirizzo email, sovente quello fornito da Microsoft stessa mediante il servizio Hotmail.
Una bufala antichissima è stata così nuovamente resuscitata, malamente cercando di combinarla all’equivalente moderno dell’allora ubiquitario MSN Messenger: non già il suo successore Skype, ma il più diffuso WhatsApp.
Andando infatti sul sito dell’applicazione, come indicato dalla bufala stessa, non troverete nessuna delle minacce ivi riportate. Whatsapp è gratuito, non richiede la registrazione di un nome utente o una email (essendo collegato ad un numero di telefono) e non c’è alcun rischio di esaurimento degli account.
Ed anche se fosse possibile evitare tali conseguenze con una catena di S. Antonio, WhatsApp non ha strumenti per verificare il numero di messaggi da voi mandati, o il loro contenuto.
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