Webitalia360, RiscattoNazionale, InformaSenzaCensura, NewsItalys: cosa avranno in comune queste pagine? Nel periodo compreso tra Agosto ed Ottobre 2016 hanno tutte ricondiviso la seguente notizia di Repubblica24, talora arricchendola di commenti personali poco qualificabili e qualificanti.
“Chi voterà NO al referendum costituzionale è un razzista e si deve vergognare.”
“Persino più razzista di chi dice che non si può accogliere tutti o che gli italiani non si devono integrare per far sentire i fratelli immigrati a proprio agio.”“Addirittura potrebbe avere un livello di razzismo più alto di chi mangia solo carne di pollo e tacchino o di chi ha la macchina bianca. Livelli di razzismo inconcepibili per un paese civile, manifestato da una nazionale di calcio composta da quasi solo bianchi, che infatti non ha vinto l’europeo. Avete visto chi ha segnato il goal decisivo nella finale degli europei di Francia? Rosicate razzistoni”.
“Avete solo una possibilità per evitare l’onta di essere definiti razzisti, che è peggio di un ergastolo, votare SI al referendum costituzionale!”
I più avveduti tra voi, quelli che leggono un articolo prima di commentare e condividere avranno notato che la bufala ripete il canovaccio cui siamo tristemente abituati, laddove le corde populiste vengono ripetutamente sollecitate da frasi sempre più oltraggiose rimescolate a storpiature di principi elementari.
Dopo la Kyenge che ruba il Natale, la Kyenge che invoca attentati, e la Kyenge che mangia gatti, sostanzialmente, riscopriamo per opera delle pagine che hanno ricondiviso recentemente questa bufala ormai estiva, che la Kyenge si sarebbe schierata a favore del prossimo referendum confermativo sulla riforma della Costituzione con accenti quantomeno improponibili.
Il portale InformaSenzaCensura decide inoltre di aggiungerci del suo, inserendo un piccato cappelletto acchiappaclick (nonché scritto, probabilmente volutamente, in un linguaggio semplificato, volgarotto ed un po’ stentato per avere più impatto emotivo)
SIAMO ORMAI AL RIDICOLO, LE FRASI DI QUESTA DEMENTE, NON CREDIATE CHE NON INFLUENZERANNO UN CERTO NUMERO DI CO***ONI, CHE QUANDO SENTONO LA PAROLINA MAGICA (RASSSSSISTA) SI CONVERTONO BELANTI…MAH.
All’appello manca il sito LaRepubblica.info, che, tra i primi a ripubblicare la notizia è stato poi lesto a cancellarla.
Il perché è evidente: non crediate che le bufale, o i commenti coi quali a volte potete essere tentati di ricondividerle, passino inosservate.
La Kyenge stessa, a forza di bufale, è stata resa edotta della catena di condivisioni scatenata dalla bufala.
E non ne è stata per niente contenta.
Che si tratti di una bufala è evidente, basta pochissimo a capirlo. Così come è evidente l’effetto di queste balle diffuse ad arte con uno scopo scientifico: fomentare ed incitare all’odio, in questo caso anche per guadagnare in click pubblicitari.
Dichiara in un post social l’ex ministro indicando una delle condivisioni della bufala, descritta come
Un odio che acceca talmente tanto da non dedicare nemmeno un minimo di attenzione alla verifica dell’inattendibilità così evidente di quella frase che mi viene attribuita; un odio che acceca talmente tanto che ci si dimentica di rappresentare una comunità, e così, prima di me, si finisce per disonorare la propria comunità e l’istituzione che si rappresenta. Ho voluto postare questa segnalazione di un cittadino perché sia chiaro, ancora una volta, come si innesca la dinamica dell’incitamento all’odio razziale: si mistifica e falsa la realtà, per mero lucro, economico in questo caso, incuranti delle conseguenze oltre che della verità. La stessa dinamica vale anche per quanto sta accedendo nel nostro dibattito politico: il razzismo sempre più intensamente utilizzato come strumento di lotta politica. Alla base c’è sempre la mistificazione, la falsificazione nutrita di pseudo-notizie, l’inganno, in questo caso per lucrarne voti. Un inganno incurante delle conseguenze: l’avvelenamento della nostra società. Ci deve essere un argine: chi siede nelle istituzioni, come e più di ogni cittadino, ha il dovere di onorare le istituzioni che rappresenta. L’odio razziale le disonora, avvelena la società, e non può quindi essere mai strumento di lotta politica.
Per questo, no, non me ne sto zitta.
Probabilmente, se avete anche voi condiviso le bufale della tipologia Kyenge che fa cose, è giunto il momento che provvediate a rimuoverle e condividere smentita.
È sempre doveroso, quando ci si avvede di aver condiviso una bufala, ritirarla dalla condivisione e condividere la smentita del caso: in questo caso, potrete toccare con mano voi stessi gli effetti di un click troppo poco accorto.
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