BUFALA C’è un gruppo su WhatsApp chiamato “Firdaus si sale”, appartiene all’ISIS – bufale.net
Ci sono tante cose su WhatsApp, e tante persone da evitare come la peste nera.
Vi abbiamo già spiegato più volte come nei “gruppi chat” di scuole, madri, comuni, cittadini e qualsiasi altro interesse si annidino condivisori complusivi delle bufale più aberranti, al limite estremo della scrotoclastia, che passano con leggerezza dall’inventarsi oscure trame di amati enti di beneficenza per avvelenare il popolo a diffondere allarmismo su cibi, bevande e attentati terroristici vaticinati da passanti gentili, agenti di polizia e cugini vari.
Anche questa volta, la grottesca Catena di S. Antonio del giorno non si fa attendere.
C’è un gruppo chiamato ‘Firdaus si sale’, se siete invitati, non far parte del gruppo, appartiene a Daesh *. Se si uniscono il gruppo non si può uscire. E ‘utile, si prega di informare gli altri – inviare questo ai vostri amici, famiglia e bambini in Whatsapp a rimanere attenti.
* Daesh è il nome arabo di ISIS.
Ci domanderemmo perché un’associazione di terroristi debba aprirsi un gruppo WhatsApp per invitare gente a caso come “il gruppo delle mamme” della più scalcagnata scuola elementare del paese, e ci domanderemmo se anche i terroristi condividano abitualmente foto di Jessica Jones e Pacciani spacciati per personaggi a caso, se non fosse che sappiamo benissimo di trovarci di fronte ad una bufala, e bella grossa.
La bufala è la traduzione (effettuata con Google Translate o da un soggetto discretamente ignorante…) di un testo in lingua inglese che girava già dai primi di Aprile nei paesi anglofoni, in particolar modo in quelle zone dove il problema dell’ISIS è particolarmente sentito.
Boomlive, un portale Indiano, ha provato a contattare Facebook, ormai proprietario di WhatsApp… ottenendo gli stessi consigli che vi diamo noi ogni volta.
Partiamo da una premessa: non esistono gruppi WhatsApp che non si possano abbandonare, nessuno è mai stato arrestato per essere amico di un imbecille che crea gruppi a caso (ma ci sono state persone incriminate per aver coscientemente diffuso bufale) e WhatsApp, come Facebook, ha un sistema di segnalazioni per cui puoi bloccare, segnalare come spam o contattare il servizio di assistenza WhatsApp in caso riceva messaggi di spam o dal contenuto disturbante.
Ipotizziamo che il “Gruppo WhatsApp” dell’ISIS possa rientrare senz’altro nella seconda categoria… a meno che anche i terroristi siano stati contagiati dalla mania di condividere compulsivamente bufale e memes di pessimo gusto.
Ricordando che esiste un solo uomo che ha palesato il desiderio di “iscriversi ai terroristi” e che avrebbe gradito poterlo fare con un click su cellulare: ma il compianto Mario Magnotta non è più tra noi da un pezzo.
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