BUFALA Canone RAI: col nuovo Governo non si pagherà più

Il sito NewsLavoro riporta che col nuovo Governo Conte non dovrà più pagarsi il canone RAI:

Novità Canone Rai: col governo Movimento 5 Stelle – Lega probabilmente non si pagherà più.

Dopo settimane di trattative, polemiche e annunci, sembra finalmente pronto a partire il nuovo Governo a trazione Movimento Cinque Stelle e Lega. Il famoso contratto di Governo è pieno di promesse a favore dei cittadini che, se mantenute, potrebbero davvero finalmente dare una svolta positiva alle famiglie in difficoltà, con aiuti ben strutturati ed un sistema di tassazione più lieve.

Nella discussione di Governo probabilmente farà capolino anche il Canone Rai, tassa mai sopportata dagli Italiani, una tassa ingiusta visto il servizio di bassissima qualità che le prime tre reti nazionali offrono.
Movimento Cinque Stelle e Lega avranno quindi il compito di eliminare questa tassa mal voluta dagli italiani, al momento inserita all’interno della bolletta dell’energia elettrica, colpendo tutti in maniera indiscriminata, senza progressività per il reddito.

E’ stata già fatta in passato una proposta per abolire questa tassa, anche se la cosa non ebbe seguito in quanto non furono presentate le coperture necessarie per poter abolire tale incasso, ma ora che al comando vi sono due forze da sempre schierate contro il Canone Rai, non ci resta che sperare che finalmente si possa fare qualcosa affinchè questa tassa iniqua ed ingiusta venga finalmente rimossa, o magari cambiata in qualcosa di più equo e accettabile.

Dopo tante promesse, speriamo quindi finalmente di poter assistere anche ai fatti, e che dopo anni di aiuti alle banche, ai ricchi e ai politici stessi, si possa finalmente vedere qualche legge che vada a favore dei cittadini e restituisca un po’ di dignità alla ormai provata popolazione italiana. 

Quel che nel titolo appare come una certezza trova scontro nel corpo del testo, in quanto si fa uso di avverbi come “probabilmente” e, soprattutto, l’autore parla di speranza. La fonte citata è un articolo pubblicato il 3 giugno da Corriere Agrigentino, che scrive:

Ora grazie all’alleanza Lega-M5S, dove i pentastellati si sono pronunciati in più occasioni a favore, l’abolizione del Canone RAI potrebbe diventare realtà ed aiutare la popolazione ad alleggerire il peso fiscale, una delle cause principali che hanno contribuito a rendere il popolo italiano sempre più povero.

Si tratta, dunque, di ipotesi. Era il gennaio 2018 quando Matteo Renzi, dopo aver disposto il pagamento del canone RAI nelle bollette dell’energia, propose di abolirlo. A seguito, Luigi di Maio riferì al Corriere della Sera che pagare un canone per un servizio che non cambiava, era ingiusto. Per quanto riguarda la Lega, l’agenzia di stampa Public Policy il 14 maggio riporta:

ROMA (Public Policy) – Abrogare il pagamento del canone di abbonamento alla Rai, perché “è una tassa che colpisce tutti, in modo indiscriminato”. Lo propone la Lega alla Camera, in una pdl depositata la settimana scorsa, a prima firma Silvana Comaroli.

Il progetto di legge, in sintesi, prevede l’abolizione del canone di abbonamento alle radioaudizioni e alla tv e la relativa tassa di concessione governativa inerente al libretto di iscrizione alle radiodiffusioni per la detenzione di televisori. La proposta Comaroli, non prevedendo direttamente coperture per i minori introiti, rinvia la questione ad un regolamento del Governo.

Si evince, dunque, che l’abolizione del canone RAI è un argomento che interessa più o meno tutti gli schieramenti politici, ma nel programma di Governo (consultabile da questo documento .pdfnon compaiono voci a riguardo. Non è un caso, appunto, se i siti che i nostri lettori ci segnalano (NewsLavoroCorriere Agrigentino) parlano di probabilità e speranza. Nel titolo, però, operano la strategia che attira i lettori, in quanto lasciano intendere che l’abolizie del canone RAI avverrà con certezza.

Per il momento non è così, in quanto l’intervento riportato nel titolo non è stato ancora deciso, né compare nel programma di governo. Un lettore disattento potrebbe convincersi e, dunque, cadere in errore.

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