I nostri affezionati lettori ci segnalano questa notizia “Incredibile”, il cui contenuto è metà tra la notizia e la sfida.
Autenticità – Secondo i rapporti, le autorità religiose di Tehram insistono sul fatto che il libro sia originale. È scritto con lettere d’oro in aramaico, la lingua di Gesù Cristo. Il testo mantiene una visione simile a quella dell’Islam, contraddicendo gli insegnamenti del Nuovo Testamento del cristianesimo. Gesù prevede anche la venuta del Profeta Maometto, che avrebbe fondato l’Islam 700 anni dopo. Si ritiene che, durante il Concilio di Nicea (clicca QUI), la chiesa cattolica raccolse a mano i vangeli che formano la Bibbia come la conosciamo oggi, omettendo il Vangelo di Barnaba (tra molti altri) a favore dei quattro vangeli canonici: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Molti testi biblici hanno cominciato ad affiorare nel corso del tempo, compresi quelli del Mar Morto e iVangeli Gnostici; ma questo libro in particolare, sembra preoccupare il Vaticano.
Cosa significherebbe per la religione cristiana e i propri seguaci? Il Vaticano ha chiesto alle autorità turche di farli esaminare il contenuto del libro all’interno della Chiesa. Ora che il libro è stato trovato, accetteranno le prove contenute in esso? O negheranno tutto?
Per molti, questo libro è un faro di speranza che farà comprendere ai credenti cristiani che l’oggetto della loro adorazione è arbitrario; e che tutto il testo, in particolare la Bibbia, non racconta ciò che la chiesa vorrebbe far passare per la verità.
In realtà, i Vaticanisti quella sfida l’hanno accettata… ed oseremmo dire l’hanno vinta completamente, dimostrando la natura di bufala dell’intero testo pseudoBiblico.
In primo luogo, apprendiamo che il testo “biblico” riporta in Assiro sgrammaticato la nota:
“In nome di nostro Dio, questo libro è scritto dalle mani dei monaci dell’alto monastero a Ninive, nel 1500mo anno di Nostro Signore”
E come, non senza una certo disincanto verso il “mezzo bufalaro” (pronto a diffondere e rendere virale qualsiasi testo possa suscitare la minima attenzione senza farsi ulteriori domande sul suo contenuto) il giornalista del Vatican Insider rileva, un testo del 1500 d.C. dove viene “prevista” la comparsa di un personaggio storico del 630 d.C. non è una profezia: è un’opera di cronaca se non di fiction storica.
Infatti viene rilevato che
Ma non sono questi gli unici elementi di un “caso” che rivela elementi di interesse, sia al momento della sua creazione che adesso, solo alla luce di un atteggiamento poco amichevole nei confronti dei cristiani. Adesso: un buon numero di giornali e mezzi di comunicazione del mondo islamico hanno rilanciato la notizia dicendo che “una Bibbia antica di 1500 anni predice la venuta di Maometto”. A parte l’evidente confusione fra i 1500 anni di antichità,attribuiti dai media, e la data del 1500 dopo Cristo riportata dall’iscrizione in fondo al libro, è chiaro che predire nel 1500 d.C. qualche cosa che è avvenuto nel 630 d.C non è una grande profezia. E c’è allora da chiedersi perché l’opinione mediatica islamica è così pronta ad avallare quello che appare a tutti gli effetti un errore grossolano; gradevole però per i seguaci dell’islam, che da sempre sostengono che Gesù, Issa, era il predecessore del “Sigillo dei profeti”.
Una lunga serie di errori grossolani punteggiano il testo. Contraddizioni dottrinarie rispetto a tutte e tre le “Fedi del Libro” simultaneamente, come l’introduzione teologica di “Nove cieli, di uno è il paradiso”, teoria sconosciuta al Cristianesimo, all’Ebraismo e persino al Corano (dove si parla di sette cieli), e più affine alla complessa cosmogonia dell’eroe dei film e dei fumetti Thor (ispirato, peraltro, da un dio norreno…), l’uso della libbra, unità di misura nota in quelle terre nel Medioevo come unità di misura, nonché la curiosa teoria secondo cui in una Palestina popolata da duecentomila persone circa insisteva una forza militare di seicentomila persone divise in tre armate diverse.
Il testo è quindi una bufala d’epoca medioevale, ripulita e rimessa in luce nell’era moderna.
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