Un’area controversa della scienza, che non è in alcun modo correlata al vampirismo, è diventata virale dopo che uno studio scientifico avrebbe concluso che “bere il sangue dei giovani” fornisce benefici per la salute e la longevità.
Il 10 settembre 2018, giornali come il Sun britannico e il New York Post hanno pubblicato un articolo con il titolo “Il sangue di un giovane potrebbe essere il segreto per una salute duratura: lo studio”. Un titolo che sottintendeva come uno studio scientifico recentemente pubblicato aveva dato uno sviluppo significativo nel bere sangue come medicinale. La storia, la cui viralità era assicurata da una foto di sangue e vampiri, si apriva con queste affermazioni:
Bere il sangue dei giovani potrebbe aiutarti a vivere più a lungo e prevenire le malattie legate all’età, secondo uno studio. I fattori ematici prelevati da animali più giovani sono stati usati per migliorare la salute delle creature più anziane.
Lo studio, pubblicato su Nature, è stato condotto da ricercatori dell’University College di Londra (UCL), che hanno affermato come potrebbe ridurre le possibilità di sviluppare disturbi legati all’età.
Tuttavia, ci sono molte cose sbagliate nell’esposizione. In primo luogo, nessuno ha sostenuto il fatto di “bere sangue”. L’idea era quella di iniettarla tramite trasfusione. In secondo luogo, lo studio a cui fa riferimento il Post e il Sun, scritto dalla genetista Linda Partridge, non ha indagato sulle trasfusioni di sangue per scopi di longevità umana. Ha invece trattato una discussione sulle trasfusioni di sangue negli studi sugli animali come parte di una più ampia revisione dello stato del campi di longevità e invecchiamento. Terzo, i “fattori ematici” si riferiscono a componenti specifici del sangue, non al sangue nel suo insieme.
L’articolo di Partridge fa riferimento a uno specifico studio sugli animali. Conclude che “i fattori ematici ottenuti da individui giovani [possono] migliorare la salute negli animali più anziani”. Lo studio citato da Partridge, intitolato “Proteine plasmatiche del cordone ombelicale umano rivitalizzano la funzione ippocampale nei topi anziani” è stato pubblicato su Nature nel 2017. Ha suggerito che l’iniezione di un componente specifico di sangue umano derivato da cordoni ombelicali, potrebbe impedire il declino cognitivo nei topi. Una scoperta importante che potrebbe avere rilevanza per le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Il plasma del cordone umano contiene proteine che aumentano la plasticità con un alto valore traslazionale per il targeting della disfunzione dell’ippocampo associata a invecchiamento o malattia.
Per essere chiari, i topi utilizzati in questo studio non hanno “bevuto” sangue. Inoltre, in questi topi non è stato semplicemente iniettato sangue con una siringa, ma piuttosto versioni purificate in cui erano isolate sostanze chimiche specifiche del sangue. Niente topi vampiro, dunque.
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