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BUFALA Beccato il pescatore che ha sparato il delfino, ecco cosa le hanno fatto – Bufale.net

Prima di esaminare l’articolo vorremmo far notare l’itagliano del titolo:

Beccato il pescatore che ha sparato il delfino, ecco cosa le hanno fatto

Già l’uso transitivo del verbo sparare e la discordanza tra soggetto e pronome dovrebbero farvi quantomeno presagire qualcosa sull’articolo in questione: o l’autore ha ottenuto la terza media per grazia ricevuta o sta facendo satira, e in nessuno dei due casi si tratterebbe di un articolo affidabile e veritiero. In questo caso vince la seconda opzione, anche se si tratta di “satira” tra molte virgolette che ometteremo per motivi di spazio, perché è del Fattone Quotidiano e di Libero Giornale, illustri nomi della nostra Black List, che si tratta. Ecco l’articolo:

Preso il pescatore che ha sparato il delfino, ecco cosa le hanno fatto – IMMAGINI FORTI

Si avvisano i lettori che in questo articolo sono presenti immagini forti. Evitare la visione per le persone sensibili o che si potrebbero infastidire.

E’ stato aggredito l’uomo che venerdì ha sparato il delfino un esemplare maschio di Tursiops truncatus, lungo 3 metri e del peso di 250 kg circa, spiaggiato nella zona di Torre delle Stelle (CA), chiaramente deceduto a seguito delle lesioni interne causategli dall’arpione conficcato nella parte alta del fianco. L’uomo ha avuto pari trattamento e gli è stato conficcato un rastrello per fieno nelle natiche. Chi la fa l’aspetti! (ovviamente è una notizia che i media non danno perchè frutto dei nostri desideri più forti)

La notizia è ispirata a un fatto accaduto veramente tra il 17 e il 18 aprile scorsi, ovverosia al rinvenimento del cadavere di un delfino ucciso con un colpo d’arpione e successivamente smembrato con una motosega sulla spiaggia di Torre delle Stelle, in provincia di Cagliari. Riportiamo qui la versione pubblicata da Ansa in data 18 aprile:

 

(ANSA) – CAGLIARI, 18 APR – Il delfino tursiope ucciso con un colpo di arpione e trovato due giorni fa sulla spiaggia di Torre delle Stelle, località turistica sulla costa sud orientale della Sardegna, a pochi chilometri da Villasimius, è stato fatto a pezzi. Lo denunciano nella loro pagina Facebook gli operatori dell’Area marina protetta di Capo Carbonara, arrivati sulla spiaggia venerdì scorso insieme a Capitaneria di porto, veterinari dell’Asl e Corpo forestale. “Complimenti a chi ha svolto questo gesto durante l’arco della notte (tra venerdì e sabato, ndr). La ciliegina su uno scempio dell’uomo! Vigliacchi!”, scrivono sul profilo del social pubblicando la foto di quello che resta del delfino. Probabilmente il mammifero è stato tagliato a pezzi per essere mangiato. Già poche ore dopo la scoperta, erano state notate diverse persone aggirarsi nella zona.

La carcassa, già attentamente analizzata dai veterinari, doveva essere smaltita ieri dal Comune di Maracalagonis, ma per farlo occorrevano i tempi tecnici legati allo sblocco della spesa da sostenere. Qualcuno, però, ha pensato bene di fare scempio dei resti del delfino, si pensa con una motosega, lasciando solo la testa. La sezione staccata della Capitaneria di porto di Villasimius, coordinata dal comandante Francesco Fornaro, ha avviato le indagini per individuare chi ha ucciso l’animale. Sono stati eseguiti controlli sui pescherecci e sulle imbarcazioni che gravitano nella zona, ma al momento non è stato trovato alcun indizio utile. Il delfino sarebbe stato ucciso a circa un miglio dalla costa, forse si è avvicinato ad una rete e un pescatore lo ha arpionato, uccidendolo.

WWF, ESPOSTO CONTRO IGNOTI.  Il WWF ha presentato un esposto contro ignoti alla Procura di Cagliari “affinché vengano individuati i responsabili dell’efferata uccisione di un delfino, prima arpionato e poi massacrato, avvenuta pochi giorni fa nelle acque della costa cagliaritana”. Ne dà notizia la stessa associazione ambientalista, che prende posizione dopo il caso del delfino – un maschio di circa 3 metri appartenente alla specie Tursiope – che era stato segnalato con un arpione conficcato nel dorso alla Capitaneria di Porto giovedì scorso nella spiaggia di Torre delle Stelle, nei pressi dell’Area marina Protetta di Villasimius-Capo Carbonara. Rimasto sulla spiaggia in attesa di un recupero completo, l’animale è rimasto poi vittima di un secondo atto di bracconaggio: alcuni ignoti si sono accaniti su di lui per prelevarne la carne. “Purtroppo, a differenza di quanto accade a terra, i crimini di natura commessi in mare, che spesso vedono l’uccisione di specie protette come delfini, tartarughe e perfino balenottere – afferma Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia – rimangono sottotraccia ed è difficile quantificare la perdita di biodiversità e rintracciare i colpevoli. A fronte di un animale rinvenuto ce ne sono sicuramente molti altri che hanno subito la stessa fine. Purtroppo non è la prima volta che un delfino viene ucciso lungo le coste sarde, analoghi episodi erano già accaduti nel golfo di Olbia negli anni passati. Vogliamo che i colpevoli di questa doppia barbarie vengano identificati perché il mare non può perdere in questo modo le sue creature più nobili”.

Quella pubblicata dalle due testate satiriche è, invece, una palese bufala, e le “immagini forti” contenute nell’articolo sono vere quanto una banconota da sette euro: non dovrebbe esserci un bel po’ di sangue in più se due natiche umane fossero trafitte da un arpione (che a me ricorda molto di più un forcone)? E poi, è solo una mia fantasia perversa o è normale che a vedere quell’immagine la prima cosa a venirmi in mente sia questa?


In conclusione, per quanto riteniamo indubbiamente crudele ed esecrabile la sevizia compiuta nei confronti del povero animale, invitiamo gli utenti a non farsi giustizia da soli (emulare Wolverine a un’età maggiore di 10 anni e al di fuori del contesto di un cosplay in genere non è segno di stabilità psichica), ma piuttosto a segnalare alle autorità competenti qualsiasi possibile indizio che potrebbe portare all’arresto del colpevole. Potrebbe sembrare inutile ribadire certe cose, ma il dubbio che questi articoli “satirici” siano scritti col secondo fine di gettare benzina sul fuoco sulla rabbia e sull’indignazione (in questo caso comunque giuste) degli ambientalisti più agguerriti c’è ed è lecito.

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