Esiste una intera branca del complottismo dedicata alle multinazionali (in questo caso la bufala dell'”Hamburger McDonald’s”, vi spiegheremo di seguito perché scritto in questo modo forzato). Il meccanismo psicologico alla base è semplice ed efficace, una riedizione moderna del racconto biblico di Davide e Golia.
Si prende la “multinazionale cattiva” (in questo caso McDonald’s), e si espone un “oscuro segreto che potrebbe danneggiare tutti noi”. Lo si espone su Internet, proprio il posto dove, se la cospirazione fosse vera, un “Uomo Veramente Cattivo” potrebbe trovare chi la diffonde, riempirgli il computer di pornografia e poi farlo scomparire a Guantanamo e dintorni
La catarsi, la vendetta dell’umile e minuscolo Davide che sottomette il Gigante Golia con l’equivalente moderno della fionda, la condivisione virale contro McDonald’s.
Il ragazzino che se non spacca l’emblema è proprio un co*ione, citando dalla cronaca, e non si rende conto di star rifriggendo la stessa bufala da anni.
Sapere è potere che dichiara tronfio che persone importanti dicono che McDonald’s mette l’85% di ammoniaca nella carne, non sta, di fatto, facendo altro che prendendo una vecchia disinformazione e gonfiarla fuori da ogni controllo.
Come ci ricordano i colleghi di BUTAC, fino al 2012 e non oltre, tra i conservanti usati da McDonald’s in America vi era l’Idrossido di Ammonio.
Un conservante ammesso sia in USA che in Europa, come E 527.
Si tratta sostanzialmente del gioco del Monossido di Diidrogeno, l’allegro meme in cui chiamando l’acqua minerale col suo nome scientifico, si può convincere il disinformato di star bevendo il più pericoloso dei veleni.
Naturalmente, se la disinformazione originale si limitava ad usare il nome scientifico di un banalissimo conservante per illudere il lettore della “grave minaccia di McDonald’s”, Sapere e Potere nel 2017 ha deciso di alzare la posta aumentando la percentuale di conservante nel cibo all’85%.
Va da sè che una svizzera composta all’85% di conservanti praticamente non avrebbe l’aspetto di una svizzera, e neppure di un pezzo di carne.
Inoltre, nonostante, ribadiamo, fino al 2012 era perfettamente logico che ci fosse un briciolo di conservante in un alimento, scopriamo che anche al netto di questo dettaglio, la notizia è una bufala.
La filiera alimentare McDonald’s è infatti ora perfettamente tracciabile, ed usa solamente prodotti locali.
Non tanto per mera filantropia, ma anche e soprattutto per praticità: acquistare carne bovina da allevamenti locali e surgelarla in loco ha costi enormemente inferiori che ordire una complessa cospirazione per inviare nel mondo cargo di carne americana addizionata con misteriosi (e costosi) additivi.
Basta, insomma, usare la logica, aspettando una futura versione della bufala in cui McDonald’s verrà accusata di fornire direttamente sacchetti di conservanti, e la carne la porti tu da casa.
Vorremmo inoltre umilmente far notare la grammatica solo all’apparenza atroce che porta a ripetere “Hamburger McDonald’s” allo spasimo, ignorando apparentemente il fatto che “Hamburger McDonald’s” non è il nome di un prodotto: il nostro viralizzatore sa come funzionano i meccanismi di Internet, e che molti siti inseriscono nel codice della pagina una “parola chiave”
Semplicemente, si conta sul fatto che mentre l’utente medio disinformato non cercherà quasi mai termini specifici come “Big Mac”, “Quarter Pounder”, “Crispy MacBacon” e gli altri nomi contenuti nel menù, le parole magiche “Hamburger McDonald’s” attireranno la sua viralità come la luce attira le falene.
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