I nostri contatti ci segnalano il ritorno sulle scene di una vecchia bufala, la bufala della “Danza Lenta”, ridiffusa mediante Facebook e WhatsApp:
POESIA
Alessandro Cicognani è il direttore del dipartimento di pediatria del Sant’ Orsola. Questa poesia
è stata scritta da una adolescente malata terminale di cancro. Vuole vedere quante persone la
leggeranno. La poesia dice abbastanza. Per favore falla girare. Ve la giro così come me l’hanno
inviata…. E’ stata spedita da un medico. Accertati di leggere anche ciò che è scritto nelle frasi
finali dopo la poesia.DANZA LENTA
Hai mai guardato i bambini in un girotondo ?
O ascoltato il rumore della pioggia
quando cade a terra?
O seguito mai lo svolazzare
irregolare di una farfalla ?
O osservato il sole allo
svanire della notte?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo ?
Quando dici “Come stai?”
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con centinaia di questioni successive
che ti passano per la testa?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio,
“lo faremo domani?”
senza notare nella fretta,
il suo dispiacere ?
Mai perso il contatto,
con una buona amicizia
che poi finita perché
tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire “Ciao” ?
Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.
Quando corri cosi veloce
per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando ti preoccupi e corri tutto
il giorno, come un regalo mai aperto . . .
gettato via.
La vita non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.
Inoltra questa email. Le e‐mails vengono conteggiate.
VI PREGO SPEDITE A TUTTI QUELLI CHE CONOSCETE e magari anche a quelli
che non conoscete. E’ la richiesta di una ragazzina speciale che presto lascerà questo mondo a
causa del cancro.
A questa ragazzina rimangono pochi mesi di vita e come ultimo desiderio ha voluto mandare una lettera per dire a tutti di vivere la propria vita pienamente, dal momento che lei non potrà farlo.Prof. Alessandro Cicognani
Direttore Unità operativa di Pediatria,
Università degli Studi di Bologna,
Policlinico S.Orsola‐Malpighi,
*****************, ******* Bologna
Tel. studio: **************grazie
Abbiamo, con buona ragione, censurato i dati di contatto del professor Cicognani riportati nella bufala della danza lenta, perché di bufala si tratta.
Ancorché la poesia sia oggettivamente gradevole e ben composta, siamo di fronte ad una bufala ormai pluridecennale, nota per essere l’antenata delle attuali pagine-clickbait che pubblicano foto di bambini e ragazze in ospedale inventandosi improbabili diagnosi di cancro in stadio terminale per strappare likes e click.
Come riporta Snopes, la bufala della danza lenta nasce nel 1999 in America, e viene ottenuta unendo la poesia “Slow Dance”, dello psicologo e poeta David L. Weatherford ad una narrazione del tutto inventata, che si concludeva con l’appello clickbait, denegato dalla stessa interessata, secondo cui la Società Americana per la Lotta al Cancro si sarebbe impegnata a pagare tre centesimi per ogni mail scambiata.
Come abbiamo detto più volte in passato, né all’epoca, né adesso, esistono strumenti in grado di contare in modo tale da consentire erogazioni monetarie basate su una analisi del numero di ricondivisioni mediante mail, WhatsApp e Facebook, né sarebbe giusto legare la carità ad una sorta di gara di popolarità.
Inutile dire che la bambina malata indicata nella prima versione, paziente di tale Dennis Shields, non è mai esistita.
Di seguito la bufala della danza lenta ha cominciato a diffondersi per il mondo, venendo di volta in volta attribuita a medici diversi: Paolo Attivissimo ha registrato una prima versione nel 2005, integralmente tradotta in lingua Italiana (e, contrariamente alle solite traduzioni dei testi virali composte spesso con sistemi automatici ed in un linguaggio incerto e meccanico, con una versione della poesia adattata metricamente e correttamente) e attribuita ad una paziente del dottor Lambertenghi Deliliers, il quale, contattato dal noto debunker chiese espressamente che la condivisione del testo fosse interrotta, in quanto l’anonima mano del traduttore aveva inserito i suoi dati di contatto cagionando un grave disservizio all’intera struttura dove lavorava.
Sempre attivissimo nella stessa pagina evidenzia come, dopo un breve ritorno nel 2006 all’indicazione dei dati del Dottor Shields (probabilmente allo scopo di rendere più difficile verificare la bufala e quindi far sopravvivere la viralità contando sul fatto che nessuno avrebbe tentato una chiamata internazionale per cercare il dottor Shields), dal 2007 ad oggi la bufala della danza lenta si è attaccata al Dottor Cicognani e non sembra voler smettere di inseguirlo neppure oggi.
Nella versione finale sopravvive infatti una menzione al conteggio delle emails (a onor del vero decisamente anacronistico avvenendo la condivisione moderna su Facebook e WhatsApp) proprio perché si fa riferimento ad un’epoca in cui i social non erano diffusi e le Catene di S. Antonio come questa venivano diffuse mediante e-mail o posta convenzionale.
Hoax.it ci ricorda come nel 2008, quando la bufala era arrivata sul portale La Gazzetta del Sudafrica, una lettrice dello stesso si era incaricata di inviare all’Ateneo di Bologna una lettera, ottenendo il seguente responso
Gentile Sig.ra Marchetti, ha visto giusto: trattasi di un FALSO, quindi chiediamo che non
venga diffusa.
Grazie,
La Segreteria di Dip.to
Sempre secondo Attivissimo infatti il dottor Cicognani ha continuato a scontare, e purtroppo sconta a tutt’oggi, la “colpa” di aver indicato ad amici la mail ricevuta (probabilmente nelle versioni legate a Shields e Deliliers), ritrovandosi con una sorta di maledizione del web appiccicata addosso. Attivissimo descrive l’evento così
Lo stesso concetto vale per l’altro professore italiano, Alessandro Cicognani: contattato telefonicamente l’1/5/2007, ha chiarito che ha semplicemente ricevuto l’appello e l’ha inoltrato ad alcuni amici perché gli era piaciuta la poesia. Purtroppo, come capita spesso in questi casi, gli amici hanno visto in fondo al messaggio gli estremi del professore e li hanno ritenuti una forma di autenticazione dell’appello e l’hanno inoltrato ai loro amici, e così via. Il risultato è che il professor Cicognani (citato con il suo permesso) è “perseguitato” da questa storia e riceve una trentina di e-mail tutti i giorni oltre a numerose telefonate di richiesta di chiarimenti. A nulla sono valse, finora, le richieste di bloccare la circolazione dell’appello con gli estremi del professore.
È quindi, nuovamente, il momento di provare a fermare questo testo virale.
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