Ma siccome ci è stata segnalata, ecco che ci dedichiamo comunque al fact checking dell’ennesima notizia del Fatto Quotidaino
Arriva direttamente dal parlamento europeo, la direttiva internazionale su social e immagine: secondo quanto espresso dal parlamento, con 56 votanti a favore, 34 contrari e 4 astenuti, dal prossimo gennaio, chi farà uso sui social di profili falsi rischia il carcere fino a tre anni.
Il piano di regolamentazione dell’internet, rientra nel più vasto campo delle truffe e degli adescamenti di minori. Il deputato italiano Alvaro Porfido, che ha collaborato alla legge, ha detto: “Nel corso degli anni, i social hanno preso il sopravvento sul modo di comunicare fra le persone, hanno cambiato il modo di relazionarci, hanno insomma stravolto i tratti della comunità in cui viviamo. Ed è giusto che si prenda atto di questo cambiamento per regolarlo e usarlo a vantaggio di tutti. Solo nel 2015, le truffe sono state molto alte, per mezzo virtuale. In tutto il mondo se ne contano circa un milione, un numero altissimo. Ed è giunto il momento di intervenire”.
In molti si sono lamentati, come quelle persone che usano i fake per scherzare con altri o comunque non fare nulla di male. Ma anche su questo punto la commissione è molto chiara: “Secondo il cdp. 33, in combinato disposto con l’articolo 404 del cv, l’utilizzatore di fake che contatta un fruitore del web per mezzo chat o bacheca, sarà sanzionato con ammenda fino a 700 euro e detenzione fino a 3 anni”. Insomma, dal prossimo gennaio fate attenzione a usare i vostri profili fake, potreste finire molto male.
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Scopriamo così che nel Porfidoverso il Parlamento Europeo è un organo composto da soli 94 membri, rileviamo nuovamente che il burlone Alvaro Porfido non ha resistito alla tentazione di introdursi nella bufala, questa volta nei panni di un deputato italiano.
Il linguaggio, a metà tra il colloquiale acchiappalikes ed il legalese in stile parodia di Forum tradisce una scarsa attenzione al dettaglio: la nuova norma, che dovrebbe contenere il termine fake ed altro gergo da navigatore scafato della Rete, improvvisamente non si palesa più come una novità ma come il combinato disposto di una norma del Codice di Procedura Penale legato alla capacità del giudice ed alla composizione dei tribunali penali collegiali col fantomatico “articolo 404 del CV”, che unisce l’abbreviazione del termine Curriculum Vitae con l’errore 404, il messaggio restituito quando si tenta di accedere ad una pagina internet inesistente.
Vi ricordiamo comunque che Facebook rimuove in quanto in violazione dei termini e condizioni d’uso ogni account non corrispondente ad una reale persona fisica, e che si configura un reato, questo sì vero e reale, ogni qualvolta che l’uso di dati falsi configura una vera e propria sostituzione di persona: ad esempio creando un falso account utilizzando le fotografie di un terzo ignaro, anche se con un “nickname”.
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